L'opinione di Mauro Aurigi che punta sul Movimento 5 stelle
di Mauro Aurigi
La destra
Alessandro Nannini è uno che per la candidatura a sindaco non si è fidato dei Senesi: prima è andato da Papi, il Principe di Arcore, per ricevere l’investitura vassallatica e solo dopo si è innamorato di Siena. Quindi, su manifesti di indecente grandezza, ha esternato un sintetico e melenso messaggio: “Io amo Siena, Siena la mia passione”. Sai l’originalità! Quasi fosse l’unico a provare simili sentimenti nella Città che in Italia è di gran lunga la più amata dal proprio popolo. Ma questo è un Paese banale, perché dovrebbe essere non banale la politica che vi si pratica? C’è semmai da domandarsi dove fosse e cosa facesse l’innamorato mentre l’amata veniva svaligiata, deturpata, stuprata sia sul piano sociale che culturale ed economico. Ah! ricordo: ha sempre simpatizzato proprio per gli svaligiatori, deturpatori e stupratori. Si vede che l’amore è stato un colpo di fulmine, come dire?, elettorale.
Comunque gli daranno man forte quelli della Lega Nord, ossia quelli che erano gli ultra-senesi a gogò almeno fino a un attimo fa. Poi il capo nordista varesotto ha fatto un solo breve, impercettibile cenno e loro hanno subito buttato alle ortiche, insieme alla senesità, anche la loro bionda candidata Loretana Battistini. Per gente che del federalismo e delle autonomie locali aveva fatto un vangelo non c’è proprio male.
Questa è la destra, signori: se vince, Siena non sarà governata nell’interesse dei Senesi, ma di Berlusconi e Bossi (si rifletta su cosa pensano del Palio membri di quel governo).
La sinistra
D’altra parte quell’amore viscerale di cui dicevo lo sta riesumando anche quel prete (ma sembra piuttosto un prevosto) della politica di mestiere che è Franco Ceccuzzi, un sopravvissuto della vecchia guardia burocratica del Pci senza averne però né l’ideologia né, quel che è peggio, gli ideali. E’ il candidato soprattutto del Pdca (Partito dei consigli di amministrazione) ma anche di altre frange affamate che, al solito, hanno già il tovagliolo al collo e le posate in pugno (non sanno, i meschini, che sono avanzati solo gli ossi perché la polpa se la son già mangiata tutta). Anche Ceccuzzi sta rispolverando i miti storico-culturali di questa che, nonostante la sconfitta del 1555, è sempre rimasta una piccola raffinata capitale almeno fino a una trentina d’anni fa. Fu allora che il craxismo decisionista, malattia inquietante della politica italiana, infettò anche il Pci senese e tutte le sue successive metamorfosi, passando per il luigiberlinguerismo e il pierluigipiccinismo, per approdare all’attuale Pd(ca) di Mussari-Cenni (quest’ultimo in via di sostituzione col Ceccuzzi). Allora anche Ceccuzzi ama Siena? Io me lo ricordo legato al diktat del suo partito quando D’Alema impose la privatizzazione del Monte dei Paschi, madre di tutte le disgrazie (come amore non c’è male). Lui non ci capì nulla allora (o fece finta, che è peggio) e ho paura che non sia per niente migliorato: applaudì e continua a applaudire, tanto per dirne una, all’operazione Antonveneta che ha devastato il Monte e con esso la Città. Come tutti i preti in carriera, il suo futuro politico dipenderà da come porrà al servizio del suo capo romano ciò che è rimasto delle eccellenze plurisecolari di questa Città. E questa è la sinistra, signori.
Il centro
Anche Gabriele Corradi, candidato delle “Liste Civiche Senesi (LCS)” e del confuso “Terzo polo”, gronda senesità. Sembrerebbe il “nuovo che avanza”, nel senso che non è mai apparso prima nelle cronache cittadine se non come babbo di un noto calciatore (se l’avessimo qualche volta sentito dire che non gli piaceva quello che stava succedendo a Siena, oggi sarebbe più credibile). In realtà è un democristiano d’antan con qualche trascorso politico di piccolo cabotaggio (se ne vanta, ma lo capisco: con i tempi che corrono, anche un trasgressivo come il sottoscritto è costretto a rimpiangere la Balena Bianca). Corre però con una compagnia inquietante. Per cominciare ci sono Pierluigi Piccini e Claudio Martelli, che quanto al “nuovo che avanza” sono tutto tranne che di primo pelo. Poi ci sono le LCS (o ciò che ne è rimasto) in impura coalizione con l’UDC di Casini, l’API di Rutelli e il FLI di Fini. Mischiate il tutto (che in parte è già mischiato: Piccini per esempio è sia capolista nelle LCS che responsabile dell’API in Toscana) e vi troverete in mano la vecchia DC con tutte le sue contraddizioni interne e con le LCS destinate a fare il vaso di coccio in mezzo ai tre vasi di ferro romani. Temo pertanto che non ci sia Corradi che tenga: se vince sarà difficile che possa resistere a un alleato ingombrante come quel Terzo Polo che è alla disperata ricerca di centri di potere da occupare per fronteggiare a livello nazionale i due poli maggiori (Siena sarebbe ideale per soddisfare quella esigenza). E questo è il centro, signori.
I guastafeste
Sommate questa destra, questa sinistra e questo centro, che assai impudicamente hanno tutti e tre messo in programma soprattutto il RINNOVAMENTO, e vi ritroverete in piena Prima Repubblica: quanto a RINNOVAMENTO non c’è proprio male!
Ci sarebbero poi due schegge impazzite che corrono autonome senza dipendere né da Roma né da Milano. Una è “Città domani” (Sinistra per Siena), una pattuglia agguerrita di militanti di sinistra che hanno candidato l’onesta Laura Vigni. A quanto pare non ce la facevano più a sopportare il voltastomaco che l’attuale sistema di potere provocava anche a loro (chi scrive non può non provare simpatia personale per chi, compiendo il percorso inverso degli Scilipoti nazionali, rinuncia per motivi ideali agli agi e gli onori che si guadagnano restando alla corte del Principe). L’altra scheggia, di cui ancora poco si sa, è la mia simpatia: il “Movimento a 5 stelle” che si ispira a Beppe Grillo.
Spero tanto che ambedue riescano a rompere più di un uovo nel paniere della triste partita che si sta giocando a Siena.