SIENA. Le sottoscritte OO.SS. apprendono finalmente in forma ufficiale che la titolarità di convocazione dei cosiddetti "Tavoli Interistituzionali" appartiene a Lei. Ed a Lei ci rivolgiamo per esporre quindi un breve cahier de doléances dal momento che da oltre un anno vengono convocati i suddetti tavoli, ignorando regolarmente la maggior parte delle rappresentanze sindacali dell'Ateneo, nonché – cosa ancora più grave – la RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) che, costituendo un organo collegiale elettivo e alieno da una coloritura politica, avrebbero – supponiamo – molto da contribuire al dibattito.
Ci sentiamo, Egregio Sindaco, dispiaciuti e vergognàti del fatto che una larga parte di cittadini che Le dovrebbero stare a cuore esattamente come quelli rappresentati dai Sindacati Confederali (i quali invece – a quanto ci risulta – sono SEMPRE stati invitati a presenziare) sia estromessa arbitrariamente. Non ci pare questo il modo di presiedere
(sempre che le Istituzioni locali presiedano in qualche modo) alla gestione della crisi di una delle principali, se non la principale, Istituzione non politica senese. Principale, secondo noi, per molte e sicuramente condivisibili ragioni: perché è un'istituzione antica di quasi ottocento anni; perché dà lavoro direttamente ad almeno 2.500 famiglie del territorio e, indirettamente, a molte di più; perché – a parte gli ultimi anni nel corso dei quali si è dato luogo ad un'amministrazione a dir poco dilettantesca (e, ma lo stabilirà definitivamente e con certezza la magistratura, ai limiti della legalità) – è un'Istituzione che ha portato solo gloria e prestigio alla Città.
Oltre all'art. 3 e 138 della Costituzione, esiste anche il 39 che contiene diusposizioni fondamentali sulle organizzazioni sindacali, a cui va aggiunta la legge n. 300 del 20 maggio 1970 conosciuta con il nome di Statuto dei Lavoratori.
Fra l'altro, pur essendo fuori dalla possibilità di intervenire in contraddittorio, leggiamo anche recenti dichiarazioni nelle quali Lei afferma che "la città non poteva, da sola, riparare al danno" e che "il governo non ci ha aiutato" che ci confermano la necessità e l'opportunità di un nostro inserimento nel dibattito, anche solo per correggere o tentare di farlo affermazioni di questo tenore. La Città sicuramente da sola non avrebbe potuto e non può riparare al danno, ma sinora diremmo che non ci ha nemmeno provato (se per Città si intende le Amministrazioni locali, ma anche se si intende la Banca, che istituzione non è): ci dica, Signor Sindaco, in che modo Comune e Provincia, che pure sono rappresentate in Consiglio di Amministrazione, hanno "dato una mano" (anche a voler ignorare le dimissioni per aperta incompatibilità con le Sue e di altri posizioni, del Dott. Zanchi).
Né ci risulta che sia vera l'altra affermazione che il Governo non ci ("ci" chi? L'Università o il Comune? O l'Amministrazione Provinciale?) abbia aiutato. Ci consta, a noi derelitte OO.SS. messe a fare da tappezzeria, che il Governo non solo abbia anticipato diverse somme, sia pure docute, ma con ben diversa tempistica. Siamo consci che il Governo sia di un colore e l'Amministrazione (o meglio le Amministrazioni) locale di un altro, ma riteniamo che questa circostanza debba essere
quantomeno messa in secondo piano appetto all'emergenza sociale che il dissesto dell'Ateneo fa sorgere. Fra l'altro, ci sembra che il Governo, ad oggi, abbia fatto molto di più delle Amministrazioni locali, tanto per essere chiari, e senza scegliersi – come avete fatto Voi regolarmente – gli interlocutori. Una pratica, quest'ultima, cui chiediamo con forza si ponga fine: o si fa partecipare tutti (anche a rischio che vengano portate in dibattito posizioni eterogenee), o si cessa questa attività di "Tavoli
interistituzionali" che – alla fine – lascia regolarmente il tempo che trova.
Cisal
Confsal Snals Università-Cisapuni
Ci sentiamo, Egregio Sindaco, dispiaciuti e vergognàti del fatto che una larga parte di cittadini che Le dovrebbero stare a cuore esattamente come quelli rappresentati dai Sindacati Confederali (i quali invece – a quanto ci risulta – sono SEMPRE stati invitati a presenziare) sia estromessa arbitrariamente. Non ci pare questo il modo di presiedere
(sempre che le Istituzioni locali presiedano in qualche modo) alla gestione della crisi di una delle principali, se non la principale, Istituzione non politica senese. Principale, secondo noi, per molte e sicuramente condivisibili ragioni: perché è un'istituzione antica di quasi ottocento anni; perché dà lavoro direttamente ad almeno 2.500 famiglie del territorio e, indirettamente, a molte di più; perché – a parte gli ultimi anni nel corso dei quali si è dato luogo ad un'amministrazione a dir poco dilettantesca (e, ma lo stabilirà definitivamente e con certezza la magistratura, ai limiti della legalità) – è un'Istituzione che ha portato solo gloria e prestigio alla Città.
Oltre all'art. 3 e 138 della Costituzione, esiste anche il 39 che contiene diusposizioni fondamentali sulle organizzazioni sindacali, a cui va aggiunta la legge n. 300 del 20 maggio 1970 conosciuta con il nome di Statuto dei Lavoratori.
Fra l'altro, pur essendo fuori dalla possibilità di intervenire in contraddittorio, leggiamo anche recenti dichiarazioni nelle quali Lei afferma che "la città non poteva, da sola, riparare al danno" e che "il governo non ci ha aiutato" che ci confermano la necessità e l'opportunità di un nostro inserimento nel dibattito, anche solo per correggere o tentare di farlo affermazioni di questo tenore. La Città sicuramente da sola non avrebbe potuto e non può riparare al danno, ma sinora diremmo che non ci ha nemmeno provato (se per Città si intende le Amministrazioni locali, ma anche se si intende la Banca, che istituzione non è): ci dica, Signor Sindaco, in che modo Comune e Provincia, che pure sono rappresentate in Consiglio di Amministrazione, hanno "dato una mano" (anche a voler ignorare le dimissioni per aperta incompatibilità con le Sue e di altri posizioni, del Dott. Zanchi).
Né ci risulta che sia vera l'altra affermazione che il Governo non ci ("ci" chi? L'Università o il Comune? O l'Amministrazione Provinciale?) abbia aiutato. Ci consta, a noi derelitte OO.SS. messe a fare da tappezzeria, che il Governo non solo abbia anticipato diverse somme, sia pure docute, ma con ben diversa tempistica. Siamo consci che il Governo sia di un colore e l'Amministrazione (o meglio le Amministrazioni) locale di un altro, ma riteniamo che questa circostanza debba essere
quantomeno messa in secondo piano appetto all'emergenza sociale che il dissesto dell'Ateneo fa sorgere. Fra l'altro, ci sembra che il Governo, ad oggi, abbia fatto molto di più delle Amministrazioni locali, tanto per essere chiari, e senza scegliersi – come avete fatto Voi regolarmente – gli interlocutori. Una pratica, quest'ultima, cui chiediamo con forza si ponga fine: o si fa partecipare tutti (anche a rischio che vengano portate in dibattito posizioni eterogenee), o si cessa questa attività di "Tavoli
interistituzionali" che – alla fine – lascia regolarmente il tempo che trova.
Cisal
Confsal Snals Università-Cisapuni