Il silenzio su un tema delicatissimo non può durare oltre
SIENA. Spettabile Cittadinoonline,
non so se pubblicherete questa lettera, perché anche voi mi sa che adotterete la scelta de “lo gnorri”, per cui ha optato la stampa nazionale, che declama a piena voce la libertà, che si dice dalla parte dei cittadini, che apparentemente è dialettica ed è pure, ma solo in apparenza, attestata su sponde opposte tra loro e perciò sarebbe lì a garanzia della verità e della libertà d’opinione.
Tuttavia voi del cittadino online siete la mia ultima spiaggia e a voi voglio gridare il mio scandalo, la mia rabbia per quello che sta succedendo nel paese, il nostro paese. Che è anche il paese degli ipocriti e dei mistificatori.
Proprio dalla spiaggia voglio partire, perché nell’elegante bagno versiliese che mi concedo ancora, ma per un quarto del tempo che ci passavo dieci anni orsono, ho un vicino di ombrellone molto informato, cioè uno che legge un sacco di giornali. E oggi sbirciando sul tavolino accanto alla sdraia su cui costui si abbronzava, ho visto una copia mal piegata del Corriere: Le banche vedono una ripresa più forte, era il titolo che mi ha colpito molto, anche perché stava accanto a un annuncio a pagamento con lo stemma della repubblica italiana. E proprio sull’annuncio a pagamento, con il simbolo repubblicano a colori, si intimava a una nota banca del nord una sfilza di cose: in sostanza si tratta di norme di comportamento corrette e trasparenti, ma intimate da un giudice il cui tono sembrava mutuato da un western, ma lo dico facendo un complimento a quel giudice.
In realtà io non sono caduto dall’albero quando ho letto l’annuncio a pagamento, piuttosto ci sono rimasto (secco), quando ho letto l’articolo di cui ho appena citato il titolo.
Ora voi del cittadino dovete sapere che io ho un’amica, che è anche stata una mezza fidanzata, insomma una donna non più giovane a cui voglio bene. Dovete pure sapere che a questa signora una banca sta mettendo all’asta la casa in cui essa abita, perché a un certo punto della sua vita, anche in forza di alcune vicissitudini lavorative, non è più riuscita a pagare le rate del mutuo. Voi penserete che succede e magari vi verrà anche in mente la Grecia e tutte quelle storie lì.
Ma alla signora di cui scrivo, a un certo punto, l’avvocato che la sta assistendo ha detto che ha scoperto che la banca le aveva praticato un tasso usurario e l’avvocato ha anche soggiunto che purtroppo era troppo tardi per adire le vie legali. Ora questa mia amica ha capito che se il tasso fosse stato giusto lei sarebbe stata in grado di pagare, ma l’avvocato da questo punto di vista non le ha dato speranza.
Dunque sul Corriere oggi si legge che le banche vedono una ripresa più forte, anche grazie ai poveretti che senza saperlo magari continuano a sgobbare per pagare tassi che le banche non si sognano di adeguare.
La stampa nazionale sta zitta, i commercialisti tacciono, Renzi che avrebbe tutto da guadagnare se ci fosse davvero una ripresa fa il pesce in barile.
Nessuno parla, eppure l’Italia dovrebbe essere piena di cittadini, soprattutto piccoli imprenditori e capifamiglia, urlanti, davanti alle banche, ma anche con le proprietà dei giornali, con i loro direttori, con il governo che parla di taglio delle tasse, mentre dovrebbe intimare alle banche di tagliare i tassi e anche di restituire quello che si sono tenute in pancia per tutti questi (mesi? Anni?) in cui mentre Draghi tagliava le banche facevano i cavoli loro, arricchendosi indebitamente.
Noi saremo peggio della Grecia, esimio cittadino online, se la logica che conduce le decisioni del governo si basa sul silenzio. Un silenzio terribile, che condanna alla povertà e che affama i piccoli imprenditori, i capifamiglia e tutti quelli che hanno messo il loro futuro nelle mani degli istituti di credito che pensano solo agli affari dei grandi azionisti e degli amici degli amici dei potenti.Come si può pensare che ci sarà la ripresa, se intanto le banche fanno finta di niente s parando tassi stellari con il denaro a costo quasi zero?
Vediamo se avrete il coraggio di pubblicarla questa lettera e vediamo, in quel caso, se qualche giornale di quelli con le spalle larghe, a parole, è in grado di avvertire tutti i cittadini di verificare i loro tassi e la magistratura di far restituire ciò che la banca ha indebitamente preso dalle tasche della mia amica. Per un atto di giustizia non è mai troppo tardi!
Giuseppe, un amico della giustizia