Un socio scrive per fare chiarezza sulle "interpretazioni" che circolano
PIANCASTAGNAIO. Credo che valga la pena affrontare l’argomento delle contestate elezioni del 31 gennaio scorso per il rinnovo dell’organo di governo della Misericordia di Piancastagnaio, anche se mi espone al rischio di parlare “pro domo sua” la mia posizione di socio della Misericordia che ha sottoscritto insieme a una ventina fra altri soci, volontari e dipendenti la richiesta di accertare la regolarità delle elezioni. La richiesta è stata inoltrata ai probiviri nazionali non essendo mai stato nominato il collegio locale, pur previsto dallo statuto – stessa sorte per il collegio dei revisori dei conti – subito dopo le votazioni poiché la lista dei candidati è stata resa nota solo nell’imminenza della consultazione e altri elementi oggetto di contestazione si sono palesati solo dopo la consultazione stessa. Dall’analisi dei documenti – pubblici, a norma di statuto – è emerso che sono stati ammessi, dalla commissione incaricata di espletare tutte le incombenze delle elezioni, anche candidati privi della anzianità sociale (almeno tre anni prima di quello dell’elezione) prevista dallo statuto – cinque di questi candidati sono tra i nove più votati che andrebbero a costituire il nuovo cda. Secondo altre fonti sarebbero state compiute irregolarità e forzature anche nell’ammissione all’elettorato attivo. Tutt’altro che perfetta, a giudizio dei ricorrenti, anche l’informazione sulle elezioni, cui hanno partecipato solo 126 degli oltre 3300 aventi diritto al voto. Rilievi anche per il governatore attualmente in carica che non sarebbe intervenuto sulla commissione elettorale, nonostante le ripetute sollecitazioni.
Gli “eletti”, dopo aver appreso del ricorso, in una nota, in cui figura anche il nome di qualcuno che si è apertamente dissociato dalla loro iniziativa, invece di affrontare il nodo dell’anzianità che li vedrebbe soccombenti, hanno asserito di aver “presentato candidatura nell’esclusivo interesse della Misericordia e con il proposito di aggiornare uno statuto ormai arcaico e inattuabile in una fase di transizione che permettesse di indire nuove elezioni con norme più certe e adatte all’evoluzione dell’attività dell’associazione che negli ultimi decenni ha visto grandi cambiamenti derivanti dalle nuove esigenze della società e dalle nuove strutture sanitarie non previste nello statuto in essere”. Strano, ribatte il gruppo dei venti, che a farsi paladini dello statuto siano proprio quelli che, presentandosi senza avere i requisiti per essere eletti, dimostrano o di non conoscerlo o di non volerlo rispettare; lo statuto va aggiornato ma confermando quello che di buono presenta, come l’anzianità di tre anni quale prerequisito per l’accesso alle cariche, che non può essere disinvoltamente ricompresa tra quelle norme “acaiche e inattuabili” solo perché rappresenta per qualcuno una soglia di sbarramento. Non è necessario essere giuristi per capire che la “ratio” sottesa a quella norma non è far torto o dispetto agli uomini, e donne, di buona volontà che vogliono impegnarsi nella Misericordia, ma consentire a soci, fratelli e chi ha comunque diritto di voto, il periodo per una necessaria osservazione e verifica dell’attaccamento all’istituzione, nonché delle potenzialità, possibilità e capacità a ricoprire incarichi da parte di chi si candida, evitando il “primo venuto o l’ultimo arrivato”. E’ insomma una norma di tutela della Misericordia e di chi la rappresenta e non può bastare in questo caso la conoscenza generica che tutti hanno di tutti nei paesi piccoli come il nostro.
Quanto all’affermazione degli “eletti”, nella medesima nota, che “considerando che le norme statutarie non potevano essere attuate anche nelle precedenti elezioni riteniamo che le elezioni del 31 gennaio us siano a tutti gli effetti legittime” i ricorrenti osservano “che è appena il caso di ricordare che eventuali irregolarità commesse, anche se non segnalate, nelle precedenti elezioni non possono diventare la regola di tutte le elezioni. Una irregolarità rimane tale, non può diventare una panacea”.
La nota chiude affermando che “per i motivi esposti gli eletti non ritengono opportuno insediarsi lasciando al Commissario, invocato dai ricorrenti, l’onere di riorganizzare l’associazione, riparare i disagi segnalati in più assemblee dai soci e dai dipendenti stessi. Viste le dimissioni del Governatore e la conseguente vacanza amministrativa riteniamo necessario che nell’interesse della cittadinanza venga mantenuta tutta l’attività assistenziale e che tutta l’attività economica della Confraternita venga blindata in attesa della risoluzione dei problemi esposti”. Su quest’ultimo punto concordano anche i ricorrenti, che puntualizzano: “Cosa succederebbe se si accertasse che gli insediati non hanno titolo a rappresentare la Misericordia, essendo ancora la loro nomina “sub iudice?”. Viene dai ricorrenti pure specificato di non aver chiesto, né tanto meno “invocato”, la nomina o l’intervento di un commissario per la gestione straordinaria o anche solo “ad acta”, ma solo l’accertamento della regolarità delle elezioni, né di aver avanzato alcuna richiesta di invalidazione, che semmai può essere un atto conseguente a un eventuale riscontro di irregolarità.
Per quanto riguarda la proposta, avanzata nel virgolettato di un successivo articolo, di far “lavorare gli eletti” alla redazione di un nuovo “statuto per 5-6 mesi, poi riandare a nuove elezioni”, sorge spontanea, replicano i ricorrenti, la domanda se sia il caso di affidare questo compito a soggetti senza aver preventivamente accertato se ne hanno titolo e che fanno sollevare più di un dubbio sulla loro competenza in materia. Un lavoro complesso di analisi, confronto, verifica qual è la redazione di un nuovo statuto – compito per il quale la Misericordia di Siena ha chiesto la consulenza di un professore universitario – può essere espletato in 5-6 mesi?
In attesa del parere dei probiviri, è auspicabile che cessino i tentativi di discredito di chi chiede trasparenza e correttezza. E’ inutile che si scornino eletti e ricorrenti; non doveva essere compito della commissione elettorale verificare eventuali irregolarità e/o incompatibilità di chi si è presentato?
Fabrizio Pinzuti