Una provocazione? No, la constatazione che non n'é uno...
SIENA. Tutti ci ricordiamo di quegli operai che un anno e mezzo fa, circa, rimasero su un traliccio per tanto tempo al freddo nell’inverno del 2011 perché avevano perso il lavoro. Erano operai che lavoravano per le Ferrovie, il loro servizio fu dato all’esterno e molti vennero licenziati dalla nuova società. Hanno lottato tanto, sono rimasti lassù non so per quanti giorni, in condizioni estreme, per vedersi riconosciuti il diritto ad avere un posto di lavoro.
L’anno scorso quante persone presero ferie in occasione dello sciopero del 27 luglio indetto dalle confederazioni sindacali di noi montepaschini? I dati ce li comunicarono i sindacati della Triplice a Settembre, o più tardi, e quei dati ci informavano che nessuno sarebbe stato disposto a salire su di un traliccio per difendersi dall’esternalizzazione. E che nessuno avrebbe messo la tenda in Piazza Salimbeni (sede storica della Banca MPS a Siena), accampandosi, come invece era stato ventilato nell’assemblea di qualche giorno prima dello sciopero di quel 27 Luglio 2012, che è rimasto il nostro ultimo sciopero da bancari MPS. Una volta comunicatoci che il perimetro da esternalizzare sarebbe stato quello del Consorzio – del Consorzio di allora, COGMPS – non sarebbe più stato possibile indire altri scioperi come quello nazionale del marzo 2012, dove affluirono a Siena montepaschini da tutta Italia.
Qualche mese dopo, il 19 dicembre 2012, le Organizzazioni Sindacali firmarono l’accordo per l’esternalizzazione con l’azienda, ad eccezione della Fisac CGIL che è stata l’unica sigla ammessa al primo tavolo a non aver firmato. La Fisac, già quel famoso 27 Luglio 2012, disse per bocca del suo rappresentante che esisteva una cordata fra gli avvocati delle varie sigle sindacali. Ma come poteva essere vero, se poco dopo le altre sigle sindacali hanno firmato? La Fisac lo ha ribadito nell’assemblea indetta la scorsa settimana che è in contatto con alcuni avvocati. Dobbiamo crederlo?
Perché la Fisac indice un’assemblea quando non ha niente di nuovo da aggiungere o da comunicare, e non si preoccupa di indire azioni di lotta contro l’esternalizzazione? Perché non cercare di sensibilizzare e di reagire, adesso che anche loro si rendono conto che l’esternalizzazione non è un’invenzione ma che risponde a precisi diktat economici? O vogliamo continuare a far finta che Siena è tutta un’altra cosa rispetto al resto d’Italia, e che le esternalizzazioni e gli appalti anche delle altre categorie non vogliono nascondere i licenziamenti? Perché è questo il dato raccapricciante che emerge a livello nazionale.
Ci dovremmo sentire sicuri anche con un cambiamento di rotta politica cittadina? Davvero possiamo credere che un sindaco diverso possa fermare quanto già in atto? Se ciò avvenisse allora Siena sarebbe proprio l’unica città in Italia dove tutto il denaro pubblico è stato sperperato, nelle Istituzioni pubbliche come in quelle private, che si mantiene al riparo da una realtà nazionale disastrosa, ma pur sempre migliore di quella di questa splendida cittadina che non ha più niente da offrire a nessuno. Il Comune, la Provincia, l’Università, l’Azienda Ospedaliera ed il Monte dei Paschi testimoniano dei risultati della politica. Ma davvero dobbiamo credere che un cambiamento di colore politico possa invertire la rotta quando, indetto uno sciopero al Monte, non si trovano persone che vi aderiscano? E anche se fosse eletto un sindaco di colore differente, qualora non venissero fermate le esternalizzazioni, cosa farebbero i montepaschini?
Sarebbero disposti a salire su un traliccio per più di venti giorni?
Lettera firmata