Tucci commenta le ultime esternazioni rilasciate alla stampa dai rappresentanti del Pd a commento della situazione Mps
Gentile Direttore,
se esistesse il premio Nobel per la “faccia di … bronzo” l’Accademia di Svezia non avrebbe di certo problemi ad assegnarlo a Ceccuzzi e ai pasdaran della sua ex-maggioranza (o meglio minoranza visto che è stato costretto ad andarsene) che negli ultimi giorni, dopo la presentazione del piano industriale della banca MPS, hanno rilasciato comunicati incredibili, della serie “ai confini della realtà”.
Ha aperto le danze venerdì 29 giugno il serafico Bezzini, costretto per la prima volta a fare una dichiarazione da solo, affermando, probabilmente dopo aver letto il piano industriale a modo suo (vi ricordate la sua campagna elettorale? Rivendicava il diritto di non leggere mai un libro fino in fondo!), che in esso si delineava “una strategia di uscita dalla crisi che punta a tutelare l’indipendenza di Mps”.
Rilanciava il giorno dopo su l’Unità il mitico Ceccuzzi, appena tornato da Marte, bacchettando tutti coloro che hanno avuto responsabilità di governo delle Istituzioni e della Banca per averla ridotta nelle condizioni che sappiamo ed informando i lettori che “la situazione era e rimane molto seria”, a volte non l’avessero capito.
Hanno calato il carico da undici infine il 1° di luglio gli ineffabili rappresentanti di Pd (quali precisamente non è dato saperlo), Siena Futura, Sel e Riformisti affermando che “il difficile momento che vive la città chiede di ripartire dall’operato della giunta guidata da Ceccuzzi, per spingere più avanti l’innovazione .. La città deve essere resa consapevole del punto in cui siamo …” e via farneticando.
Vorrei ricordare a tutti che Ceccuzzi e i suoi accoliti sono proprio quelli che hanno messo in mano la Banca al “discontinuo” Profumo, tanto discontinuo col Mussari da essere il suo più sfegatato sostenitore per la riconferma alla presidenza dell’Abi, dandogli mano libera per approntare un piano industriale “lacrime e sangue” (copyright Finanza & Mercati del 29 giugno) nel quale si contravviene totalmente a quanto votato il 3 aprile da loro stessi in consiglio comunale. Quel giorno infatti, col voto decisivo di Senni, Corradi e De Risi, venne approvata una ampollosa mozione della residua maggioranza nella quale si ribadiva senza se e senza ma “la garanzia del mantenimento dell’indipendenza strategica della banca Mps e con essa del suo Consorzio Operativo di gruppo che gestisce una attività assolutamente strategica per la banca e irrinunciabile per la città …” e si dava mandato al sindaco di agire “per ritrovare quanto prima nella Fondazione Mps il soggetto che sostiene lo sviluppo economico e sociale e per mantenere saldo, attraverso di essa, il legame con la banca Monte dei Paschi di Siena …”.
Che cosa ti ha combinato invece la strana coppia Profumo di Viola? In due balletti hanno rinunciato alla indipendenza strategica della banca statalizzandola di fatto con i nuovi Tremonti bond, hanno deciso di alienare il Consorzio Operativo e hanno annunciato che entro i prossimi cinque anni (non prima delle elezioni amministrative del 2013, potete scommetterci) sarà effettuato un nuovo aumento di capitale di almeno un miliardo di euro dopo il quale la Fondazione, non chiamata a partecipare nemmeno pro forma, perderà per sempre il suo ruolo di azionista di riferimento.
Hanno deciso purtroppo tante altre cose, tutte tremende per la città che si ritrova impoverita e impaurita, e non è detto che bastino a salvare la banca che comunque cambierà pelle e non sarà mai più la banca del territorio, vicina alle famiglie e alle piccole imprese, che fino ad oggi conoscevamo.
Il bello è che questi signori, forti dei loro insuccessi e delle loro palesi contraddizioni, come se nulla fosse si ripresenteranno alle elezioni e magari le vinceranno pure. O no?
Enrico Tucci