Lettera aperta dell'Unione sindacale di Base dell'Università di Siena
SIENA. Le scriviamo questa lettera in merito al consiglio di Facoltà di Medicina svoltosi in data 18 maggio u.s. In quella sede Lei ha presentato il piano “unisi 2015”. Il consiglio di facoltà era aperto anche al personale tecnico amministrativo perché Lei ha ritenuto utile che tutta la comunità universitaria potesse prendere consapevolezza del futuro economico e finanziario di questo Ateneo. In quella sede Le sono state rivolte due domande a cui Lei non ha risposto.
La prima domanda riguardava la relazione fra la nostra situazione debitoria e la formulazione del decreto sul dissesto finanziario degli atenei basato su quanto previsto dalla legge 240/2010. Inoltre Le fu chiesto di spiegare come si sarebbe ottemperato all’art. 5, comma 4, lettera d, della legge 240/2010, che prevede la stesura di un piano di riequilibrio fra le componenti del personale dell’Ateneo. La predisposizione del piano è in stretta correlazione con quelle che saranno le conseguenze del piano di rientro dal dissesto a cui saranno obbligati, sempre in base alla legge 240/2010, gli Atenei nelle nostre condizioni. Le fu detto in proposito che le tabelle del piano “unisi 2015” non davano speranze al personale perché, a fine 2015, saremo ancora ben al di sotto del pareggio di bilancio. Inoltre non erano complete perché non compare la benché minima analisi di quella che sarà la ricaduta delle vostre scelte sul personale. La consistenza delle componenti è già sbilanciata verso il personale t-a ma a fine piano, nel 2015, lo sarà ancora di più a causa del piano di prepensionamento dei docenti già programmato. Il personale t-a sarà superiore di oltre 200 unità rispetto ai docenti. Come si vuole affrontare la questione? Possibile che Lei, il Direttore Amministrativo e i suoi più stretti collaboratori stiate ragionando sul futuro della nostra università da un punto di vista economico finanziario, e non stiate ragionando sull’obbligo di legge relativo alla gestione del personale e al riequilibrio delle componenti?
Sapete bene che l’articolo sopracitato della legge 240/2010 prevede sanzioni sull’erogazione del FFO nel caso di mancata predisposizione di un piano di riequilibrio. Le è stato chiesto semplicemente di condividere con la comunità gli argomenti di discussione a Roma, presso il MEF ed il MIUR, e a Siena con il Prefetto. È ovvio, infatti, che Lei stia già ragionando su interventi riguardanti tutto il personale; altrimenti come può pensare di essere considerato interlocutore responsabile dal Governo?
Lei non dovrebbe dimenticare di essere anche rappresentante di tutta una comunità di persone che dovranno affrontare ingenti sacrifici nei prossimi anni. A rischio non c’è la Sua reputazione o quella del suo Direttore Amministrativo, ma il futuro reddito, lavoro e serenità di oltre duemila suoi colleghi, docenti, tecnici amministrativi e precari. Il ruolo di Rettore non è solo di rappresentanza ma anche di garante di una comunità che ha bisogno di sentirsi rappresentata e ascoltata.
La seconda domanda riguardava invece il piano di regionalizzazione che, insieme ai Rettori, Presidenti e Direttori degli altri Atenei e istituzioni universitarie toscani state predisponendo. Il rischio di questo piano è che, in base a quanto previsto dalla legge 183/2010 art. 13, il personale paghi con la mobilità esterna le scelte di razionalizzazione e integrazione dei servizi tecnico-amministrativi. Le è stato chiesto di chiarire in cosa consista questa razionalizzazione e integrazione, ma Lei non ha risposto.
Abbiamo avuto modo di vedere i testi dei due accordi che sta predisponendo. Il primo è fra le otto istituzioni universitarie toscane e la Regione, ed il secondo fra i tre Atenei generalisti toscani, la Regione ed il MIUR. Questi testi non sono mai stati da Lei discussi in modo trasparente in Consiglio di Amministrazione, ma solo presentati in modo perentorio. La cosa però ancora più grave è che si possa criticare in ambiente universitario, anche a livello CRUI, la legge 240/2010, perché rappresenta un chiaro attacco all’autonomia delle Università e poi consegnare le istituzioni universitarie toscane alla Regione. Nel secondo accordo con i Rettori di Pisa e Firenze e con il Presidente della Regione, si legge che il comitato che nascerà sarà presieduto dal Presidente della Regione stesso. Ci sembra che si passi da un estremo all’altro: prima troppa autonomia ora troppa ingerenza della politica, che ha già prodotto ingenti danni all’Ateneo senese.
Le è stato chiesto di attivare un tavolo paritetico sulla questione mobilità esterna che predisponga le analisi e le scelte da fare, ma la risposta che Lei ed il Direttore Amministrativo avete dato è che non è previsto dal contratto nazionale e non avete intenzione di fare eccezioni. L’Ateneo di Siena è già l’eccezione. Le norme non prevedono che un’istituzione pubblica possa ridursi in queste condizioni, eppure è successo. Forse, se ammettessimo la straordinarietà della situazione, potremmo comprendere che è il caso di pensare a tavoli straordinari di confronto.
Lei non ha risposto a queste due domande, anzi ha usato toni molto forti nei confronti di chi le ha poste, affermando che inventava leggi, e citava norme di fantasia. Come vede così non è. Screditare e sminuire chi chiede chiarezza, chiunque esso sia, danneggia la
coesione di questa comunità e se questo è il Suo intento lo sta perseguendo in modo egregio.
Porre le domande nel modo in cui Le sono state poste non serve a gettare nel panico i colleghi, nè a fomentare o aumentare la tensione. Se Lei crede che due domande bastino a questo offende l’ intelligenza critica dei componenti di questa comunità.
Le è stato solo chiesto di condividere davvero il piano di risanamento con la comunità universitaria intera. Anche la modalità di presentazione del piano “unsi 2015” con l’apertura dei consigli di Facoltà ai tecnici amministrativi è risultata poco trasparente: molti colleghi non hanno avuto l’invito a partecipare, per errore involontario di qualcuno non vogliamo insinuare alcunché. Poi ci sono i colleghi che non lavorano nelle Facoltà, ma in strutture come Pontignano, in Amministrazione Centrale e a Grosseto, per loro la presentazione quando avverrà?
Avrebbe potuto condividere sul sito d’Ateneo il calendario degli incontri, in modo che tutti potessero sapere quando e dove assistere alla presentazione. Altro piccolo esempio di poca chiarezza e trasparenza.
Vedremo in che modo vorrà cogliere questo invito alla chiarezza e alla trasparenza.
http://wp.me/pn9o0-8F
Siena, 23 maggio 2011
Gli iscritti e le iscritte della Unione sindacale di Base Università di Siena
La prima domanda riguardava la relazione fra la nostra situazione debitoria e la formulazione del decreto sul dissesto finanziario degli atenei basato su quanto previsto dalla legge 240/2010. Inoltre Le fu chiesto di spiegare come si sarebbe ottemperato all’art. 5, comma 4, lettera d, della legge 240/2010, che prevede la stesura di un piano di riequilibrio fra le componenti del personale dell’Ateneo. La predisposizione del piano è in stretta correlazione con quelle che saranno le conseguenze del piano di rientro dal dissesto a cui saranno obbligati, sempre in base alla legge 240/2010, gli Atenei nelle nostre condizioni. Le fu detto in proposito che le tabelle del piano “unisi 2015” non davano speranze al personale perché, a fine 2015, saremo ancora ben al di sotto del pareggio di bilancio. Inoltre non erano complete perché non compare la benché minima analisi di quella che sarà la ricaduta delle vostre scelte sul personale. La consistenza delle componenti è già sbilanciata verso il personale t-a ma a fine piano, nel 2015, lo sarà ancora di più a causa del piano di prepensionamento dei docenti già programmato. Il personale t-a sarà superiore di oltre 200 unità rispetto ai docenti. Come si vuole affrontare la questione? Possibile che Lei, il Direttore Amministrativo e i suoi più stretti collaboratori stiate ragionando sul futuro della nostra università da un punto di vista economico finanziario, e non stiate ragionando sull’obbligo di legge relativo alla gestione del personale e al riequilibrio delle componenti?
Sapete bene che l’articolo sopracitato della legge 240/2010 prevede sanzioni sull’erogazione del FFO nel caso di mancata predisposizione di un piano di riequilibrio. Le è stato chiesto semplicemente di condividere con la comunità gli argomenti di discussione a Roma, presso il MEF ed il MIUR, e a Siena con il Prefetto. È ovvio, infatti, che Lei stia già ragionando su interventi riguardanti tutto il personale; altrimenti come può pensare di essere considerato interlocutore responsabile dal Governo?
Lei non dovrebbe dimenticare di essere anche rappresentante di tutta una comunità di persone che dovranno affrontare ingenti sacrifici nei prossimi anni. A rischio non c’è la Sua reputazione o quella del suo Direttore Amministrativo, ma il futuro reddito, lavoro e serenità di oltre duemila suoi colleghi, docenti, tecnici amministrativi e precari. Il ruolo di Rettore non è solo di rappresentanza ma anche di garante di una comunità che ha bisogno di sentirsi rappresentata e ascoltata.
La seconda domanda riguardava invece il piano di regionalizzazione che, insieme ai Rettori, Presidenti e Direttori degli altri Atenei e istituzioni universitarie toscani state predisponendo. Il rischio di questo piano è che, in base a quanto previsto dalla legge 183/2010 art. 13, il personale paghi con la mobilità esterna le scelte di razionalizzazione e integrazione dei servizi tecnico-amministrativi. Le è stato chiesto di chiarire in cosa consista questa razionalizzazione e integrazione, ma Lei non ha risposto.
Abbiamo avuto modo di vedere i testi dei due accordi che sta predisponendo. Il primo è fra le otto istituzioni universitarie toscane e la Regione, ed il secondo fra i tre Atenei generalisti toscani, la Regione ed il MIUR. Questi testi non sono mai stati da Lei discussi in modo trasparente in Consiglio di Amministrazione, ma solo presentati in modo perentorio. La cosa però ancora più grave è che si possa criticare in ambiente universitario, anche a livello CRUI, la legge 240/2010, perché rappresenta un chiaro attacco all’autonomia delle Università e poi consegnare le istituzioni universitarie toscane alla Regione. Nel secondo accordo con i Rettori di Pisa e Firenze e con il Presidente della Regione, si legge che il comitato che nascerà sarà presieduto dal Presidente della Regione stesso. Ci sembra che si passi da un estremo all’altro: prima troppa autonomia ora troppa ingerenza della politica, che ha già prodotto ingenti danni all’Ateneo senese.
Le è stato chiesto di attivare un tavolo paritetico sulla questione mobilità esterna che predisponga le analisi e le scelte da fare, ma la risposta che Lei ed il Direttore Amministrativo avete dato è che non è previsto dal contratto nazionale e non avete intenzione di fare eccezioni. L’Ateneo di Siena è già l’eccezione. Le norme non prevedono che un’istituzione pubblica possa ridursi in queste condizioni, eppure è successo. Forse, se ammettessimo la straordinarietà della situazione, potremmo comprendere che è il caso di pensare a tavoli straordinari di confronto.
Lei non ha risposto a queste due domande, anzi ha usato toni molto forti nei confronti di chi le ha poste, affermando che inventava leggi, e citava norme di fantasia. Come vede così non è. Screditare e sminuire chi chiede chiarezza, chiunque esso sia, danneggia la
coesione di questa comunità e se questo è il Suo intento lo sta perseguendo in modo egregio.
Porre le domande nel modo in cui Le sono state poste non serve a gettare nel panico i colleghi, nè a fomentare o aumentare la tensione. Se Lei crede che due domande bastino a questo offende l’ intelligenza critica dei componenti di questa comunità.
Le è stato solo chiesto di condividere davvero il piano di risanamento con la comunità universitaria intera. Anche la modalità di presentazione del piano “unsi 2015” con l’apertura dei consigli di Facoltà ai tecnici amministrativi è risultata poco trasparente: molti colleghi non hanno avuto l’invito a partecipare, per errore involontario di qualcuno non vogliamo insinuare alcunché. Poi ci sono i colleghi che non lavorano nelle Facoltà, ma in strutture come Pontignano, in Amministrazione Centrale e a Grosseto, per loro la presentazione quando avverrà?
Avrebbe potuto condividere sul sito d’Ateneo il calendario degli incontri, in modo che tutti potessero sapere quando e dove assistere alla presentazione. Altro piccolo esempio di poca chiarezza e trasparenza.
Vedremo in che modo vorrà cogliere questo invito alla chiarezza e alla trasparenza.
http://wp.me/pn9o0-8F
Siena, 23 maggio 2011
Gli iscritti e le iscritte della Unione sindacale di Base Università di Siena