SIENA. Spesso in modo erroneo si crede che gli attacchi alla nostra Festa arrivino dagli animalisti. Le foto dei tanti senesoni in pista prima che finisse la corsa (non solo i contradaioli dell'Istrice), poi sommersi dai cavalli scossi, significa forse che tanto del male ce lo facciamo anche da soli. Nella stampa nazionale è stato ovvio e inevitabile che, oltre alle immagini di Trecciolino a nerbo alzato, siano state queste le foto che sono andate per la maggiore, con Siena diventata la Pamplona del Bel Paese. Quale direttore serio non le avrebbe pubblicate? Ma questa è oramai diventata un'abitudine consolidata da qualche anno e la tabella delle punizioni previste non può essere un valido deterrente, così come cambiare la griglia delle sanzioni da anni consolidata.
Fa molta più specie comunque il comportamento tenuto da qualche Capitano durante le fasi della Mossa. Fregandosene altamente di telecamere, microfoni e dei tanti presenti, dal palco si sono sentite chiaramente bestemmie come incitamento al fantino, offese personali a chi montava in altre contrade (non è un buttare benzina sul fuoco della violenza?), oltre ad invettive verso i colleghi dirigenti o gli amministratori, con tanto di piccoli parapiglia. In città nella notte del Palio era questo l'argomento di discussione, oltre alla vittoria dell'Istrice.
Non è la prima volta che avvengono battibecchi sul palco dei capitani, ma questa volta, forse, si è passato di gran lunga il limite, anche perché le offese personali e gravi, le bestemmie in eurovisione, sono venute da chi dovrebbe dare l'esempio in positivo.
Da anni ho la fortuna di guardare il Palio vicino alla Mossa, ma uno spettacolo così indecoroso e incivile mai mi era capitato di vederlo.
Capitani sul palco: l’esempio non viene dall’alto
Luciana Mariotti