L'irruzione in Consiglio provinciale di Giovane Italia e Azione Giovani
SIENA. Spett.le Redazione,
leggo le dichiarazioni degli esponenti locali del PD in merito alla nostra protesta durante il consiglio provinciale di oggi 30 Novembre e non posso non replicare di fronte a certe accuse.
Sono inaccettabili le dichiarazioni del presidente del consiglio provinciale, Riccardo Burresi e del capogruppo del PD, Nasorri. E’ paradossale che chi blocca strade,occupa facoltà, negando di fatto il diritto allo studio di tutti, occupa binari del treno, tenta l’assalto a Montecitorio, fa cariche alle forze dell’ordine, venga giudicato da Nasorri “rumoroso ma civile” e chi invece, come noi cerca di sensibilizzare l’amministrazione provinciale su quella che è la tragica situazione del nostro ateneo, attraverso un atto assolutamente
civile e pacato, venga imputato di avere scarso rispetto delle istituzioni.
Abbiamo voluto focalizzare l’attenzione delle istituzioni, dei media, su quello che è il vero problema dell’Università di Siena, ovvero sul dissesto finanziario di oltre 200.000.000.di euro provocato da chi ha gestito in modo disonesto e clientelare il nostro ateneo, portandolo sull’orlo del baratro e mettendone a rischio la sopravvivenza stessa. Come mai le associazioni di sinistra, il PD, non sono mai scesi in piazza per chiedere giustizia, chiarezza su questo? Non è che la strumentalizzazione sta proprio voler spostare l’attenzione dai veri problemi perchè si ha paura di affrontarli? Noi non siamo stati strmentalizzati da nessuno, chiedevamo solo che fossero ascoltate le rimostranze di tanti studenti che vivono sulla loro pelle, tutti i giorni questa situazione. Ma il consiglio provinciale aveva, evidentemente cose più importanti di cui parlare…
Pelosi Pierluigi – Dirigente provinciale Giovane Italia Siena
In merito all’irruzione degli Studenti universitari al Consiglio provinciale senese del 30 novembre e dei vari Comunicati stampa diffusi sul tema, mi preme precisare che i ragazzi di Azione Universitaria e Giovane Italia si sono presentati in Consiglio con esemplare educazione. Come concordato con il Presidente del Consiglio provincale Burresi, hanno esposto un loro striscione in sit in e hanno così manifestato in modo silenzioso, educato e rispettoso delle istituzioni, la propria posizione sulla riforma dell’università e testimoniato il diritto allo studio. A tal proposito, quello del diritto al regolare svolgimento delle lezioni, è importante sottolineare che molti studenti dell’Ateneo senese sono “studenti fuorisede”, mantenuti dalle famiglie. Queste famiglie, insieme ai loro ragazzi spesso affrontano pesanti sacrifici economi e affettivi per studiare “lontano” dal calore familiare. Parliamo di gente che porta nel cuore un carico di speranza per il futuro e fiducia nel presente, che rende questi sacrifici sopportabili, umani. A questa gente deve essere garantita la possibilità di svolgere lezioni ed esami nella massima serenità e regolarità rispetto ai piani di studio e ai progetti economici preventivati dalle loro famiglie. Questi ragazzi hanno il diritto di studiare, ma anche il dovere di manter fede agli impegni presi nei confronti innanzitutto di se stessi e di rispetto per le aspettative delle famiglie. Nel Consiglio del 30 novembre, il gruppo del Pdl, insieme con la Lega Nord, ha proposto di rinunciare a tutti i propri documenti presenti all’ordine del giorno per parlare del documento, in coda al cronologico, che parlava di università, della riforma e anche della situazione economica dell’Ateneo di Siena. Questa proposta è stata rifiutata con arroganza dalla maggioranza, composta da Pd, Sinistra e Libertà e Italia dei Valori, che riteneva di importante discutere prima il proprio documento che trattava del ritorno al nucleare che sarebbe nelle intenzioni future di questo Governo. Il rifiuto del Pdl e della Lega di affrontare la discussione sul nucleare ha esacerbato gli animi del Capogruppo del Pd e compagnia bella, rendendo di fatto pesante e inutile la presenza in Consiglio dei gruppi Pdl e Lega.
Quindi non c’è stato alcun reato (erano presenti due funzionari della Digos di Siena) ne materiale e ne morale. La verità è che non vi è stato alcun leso rispetto delle istituzioni. Casomai è stato commesso un reato politico da parte della maggioranza,dal momento che si è sottratta ad una utilissima discussione su temi importanti ed attuali, come quelli che riguardano l’Università.
Fabrizio Camastra – Consigliere provinciale di Siena – Pdl