"Manca una progettualità di lungo termine sulle discipline da implementare"
SIENA. La notizia che l’accordo sulla Sanità, siglato tra le istituzioni locali e regionali abbia, presto, una sua operatività non può che farci gioire, come cittadini. E’, invece, l’elenco delle progettualità a cui destinare le risorse economiche che suscita timori e perplessità.
Continuare a ritenere che le priorità della Sanità locale siano di ordine strutturale, murario e immobiliare, al punto tale da destinarvi la maggior parte delle risorse economiche previste è fuorviante rispetto al cuore del problema.
Corre l’obbligo ricordare i già tanti denari inutilmente spesi per le molteplici ristrutturazioni del Pronto Soccorso, delle sale operatorie della Chirurgia Generale, delle Ortopedie più volte, negli ultimi 15 anni, montate e rismontate a spese dei cittadini senza intuirne nessuna dietrologia strategica e progettuale.
In tempi di profonda crisi economica, il metodo di ragionamento, in questo settore, è prima di tutto avere una progettualità di lungo termine: quali specialità e discipline da implementare, i tempi necessari per poterlo fare (almeno 5 anni sono necessari per far decollare qualsiasi tipo di progetto assistenziale serio e duraturo), gli uomini e i mezzi necessari. Poi si pensa alle ‘mura e al cemento’, non prima. Non dimentichiamoci che la diminuzione dei posti letto e l’accorpamento delle Medicine e Chirurgie ha liberato molti spazi fisici alle Scotte: è opportuno fare un’attenta opera di ricognizione abitativa. prima di consumare altro suolo e spendere altri soldi.
Anche la diminuzione del numero degli studenti universitari ha liberato molti spazi destinati alla didattica.
E’ opportuno, altresì, completare e mettere in efficienza l’esistente: la Radioterapia, dotata recentemente di straordinarie apparecchiature, manca di tecnici e medici per un pieno funzionamento, le Sale Operatorie delle super specialistiche, dove si fa alta chirurgia, la Cardiochirurgia, la Chirurgia Toracica e la Neurochirurgia sono veramente vecchie e poco funzionali, potremmo fare altri esempi.
L’espressione compiuta di una Governance, tanto per usare un termine ‘aziendalese’ non deve procedere solo sulle soluzioni immediate e spesso pirotecniche del’problem solving’ ma entrare nel merito dei bisogni di una Comunità con l’occhio lungo della Democrazia e
non pensando sempre di doversi rivolgere a ossevatori obbedienti, ipocritici e ignoranti.
Antonella Eleonora Buscalferri