"Sulla disabilità si misura la qualità della politica e della società"
SIENA. Caro Massimo,
ho ricevuto con piacere e letto con interesse la tua lettera aperta ai candidati alle prossime elezioni regionali. L’ho trovata opportuna nel merito e nel metodo. Le fondamentali questioni che poni, alle quali spero di rispondere in modo il più possibile completo e chiaro, rientrano in quella sfera preziosa che segna la differenza tra una società tout court ed una società giusta e democratica, che include tutti e non dimentica nessuno. Richiamare l’attenzione sui bisogni primari, della vita vera, che troppo spesso rischiano di essere subordinati al vociare caotico della dialettica elettorale, è una pratica essenziale per la salute del dibattito politico e per la ricaduta concreta delle scelte amministrative. Per questo ti ringrazio, convinto della pertinenza della tua iniziativa che sposo appieno.
Sul primo tema che poni, quello dell’applicazione dell’ISEE nella sua nuova formulazione, bisognerà impegnarsi per raggiungere l’equilibrio tra la necessità di garantire quelle prestazioni legate agli imprescindibili diritti di cittadinanza delle persone disabili e l’esigenza di tenere conto delle compatibilità economico-finanziarie. Convengo con te quando scrivi “Siamo convinti che i servizi vadano garantiti a tutti ma condividiamo le ragioni di una razionalizzazione se non si vuole essere demagogici. Non si può dare tutto a tutti”. Ecco, secondo me hai centrato il punto. La sfida è capire come coniugare questi due principi: da un lato il diritto al sostegno economico per garantire pari dignità, quindi pari condizioni, alle persone con disabilità, dall’altro la necessaria ottimizzazione dell’uso delle risorse.
Sul secondo tema che poni, rispetto alla norma sulla vita indipendente e al rischio di inaccettabili disparità di trattamento, condivido le tue stesse preoccupazioni. In una recente intervista sulla riforma del sistema sanitario toscano sottolineo come non si debbano creare disparità tra territori. Lo stesso concetto vale, per quanto mi riguarda, anche per la questione importante che sollevi tu. La Regione Toscana deve coordinare più e meglio di quanto fatto fino ad ora, potenziando il gruppo di lavoro esistente e mettendo in campo altre soluzioni di coordinamento e controllo. L’omogeneità di trattamento è un obiettivo che può e deve essere raggiunto.
La Babele delle competenze delle Province di cui parli la conosco bene. Ora assistiamo ad una fase di riordino istituzionale assai complessa, che va gestita al meglio, con cura e competenza. Su questo non mi stancherò di richiamare l’attenzione di tutte le parti coinvolte. Il nuovo assetto che sta emergendo dovrà dotarsi dei giusti strumenti per far fronte alle vecchie e nuove difficoltà. Inoltre, è di prioritaria importanza che si superi al più presto questa fase di incertezza e si arrivi rapidamente ad un quadro chiaro in cui vengono riallocate funzioni e competenze per facilitare ai cittadini l’accesso ai servizi.
Come giustamente sottolinei, le funzioni di assistenza (compreso il trasporto) scolastica dei ragazzi disabili erano attribuite alla Provincia per quanto concerne le scuole superiori. Ora sembra che passeranno ai Comuni, ma non è ancora chiaro come ciò avverrà. Anche su questo versante il criterio dell’eguaglianza territoriale è sostanziale, poiché vi è una doppia verità da considerare: se ad esempio Siena ha maggiori problemi perché vi sono più scuole, è altresì vero che i piccoli comuni hanno meno risorse a disposizione. Un giusto equilibrio deve tenere in considerazione questa duplicità.
Sul rischio che la presenza di tre Asl di area vasta allontanino il centro decisionale dai cittadini e dai territori, e sul ruolo delle associazioni in questo senso, condivido quanto scrivi. Mi sono già espresso con chiarezza su questo, evidenziando la necessità di prestare grande attenzione al territorio, garantendo il legame con le comunità locali e la capillarità di servizi, centri specifici e cure domiciliari. Il nuovo modello dovrà prevedere forme di partecipazione e coinvolgimento del mondo associativo a partire dalle realtà che rappresentano i disabili.
Saluto positivamente ogni confronto su queste questioni, che credo debbano far parte a pieno titolo della campagna elettorale. Sono quindi a completa disposizione per ogni ulteriore momento di confronto e per ogni richiesta di chiarimento.
Un caro saluto,
Simone Bezzini