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SIENA. Riceviamo dall'Arcidiocesi di Siena e pubblichiamo:
"Alcuni articoli di stampa hanno evidenziato, in questi giorni, le precarie condizioni della chiesa di Colle Malamerenda e della Pieve di San Vito, di proprietà dell’Istituto Interdiocesano Sostentamento Clero.Il territorio diocesano, è notoriamente ricchissimo di testimonianze del passato, che rappresentano un importante lascito delle generazioni che ci hanno preceduto, ma allo stesso tempo richiedono un impegno molto ingente per la manutenzione e la valorizzazione. L’Arcidiocesi di Siena si è impegnata in questi anni in un sostanzioso sforzo per restaurare edifici con funzione pastorale e beni culturali, grazie soprattutto ai fondi derivanti dall’8xmille a favore della Chiesa Cattolica e ai contributi erogati dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ma anche ad alcuni interventi del Ministero per i Beni Culturali e dei Comuni. D’altra parte è noto come, anche nel senese, la crisi economica abbia indotto ultimamente ad indirizzare l’uso di risorse per il sostegno dei soggetti e delle famiglie in difficoltà. Tuttavia, sotto l’episcopato di Monsignor Antonio Buoncristiani, sono stati attuati interventi per oltre quaranta milioni di euro complessivi, e solo per i beni di proprietà dell’Arcidiocesi, delle Parrocchie e delle Confraternite, escludendo quindi gli edifici appartenenti all’Istituto Sostentamento Clero. L’elenco è lunghissimo (e non esaustivo): S. Pietro a Megognano, S. Maria in Provenzano, S. Maria Assunta in San Gimignano, S. Maria Assunta in Poggibonsi, SS. Quirico e Giulitta in S. Lucia, San Martino a Siena, SS. Giusto e Clemente in Casciano di Murlo, S. Ilario a Isola d’Arbia, SS. Niccolò e Lucia a Casteldelpiano, S. Maria a Pancole, S. Pietro a Cedda, S. Michele Arcangelo a Ponte a Tressa, S. Giovanni Battista a Lornano, S. Biagio a Campiglia d’Orcia, San Dalmazio, Ss. Biagio e Anna a Coll’Alto, S. Martino a Cellole a Pontignano, S. Bartolomeo a Monastero, S. Michele Arcangelo a Chiusdino, S. Agostino a Colle di Val d’Elsa, S. Caterina Vergine e Martire, S. Maria Maddalena a Torrenieri, S, Cristoforo a Siena, la casa del clero a Montarioso, San Paterniano alle Tolfe, SS. Giusto e Clemente a Casciano delle Masse, l’Oratorio del Costone, S. Giovanni Battista a Pievescola, i Palazzi vescovili di Siena e Colle Val d’Elsa, S. Maria Assunta a Staggia, SS. Pietro e Paolo a Buonconvento, Sant’Andrea a Montecchio, la Pieve di Piana, la Cattedrale di Montalcino, B. Annamaria Taigi a Vico Alto, S. Salvatore in S. Agostino, S. Maurizio in S. Spirito, S. Ansano a Marciano, S. Pietro in Castelvecchio, SS. Lucia e Giusto a Barbiano, S. Giovanni Evangelista a Cerreto, S. Martino a Strove, S. Maria Assunta a Monteriggioni, S. Agata ad Asciano, S. Pietro a Ovile, S. Maria Maddalena a Castiglione d’Orcia, S. Bernardino all’Osservanza, S. Miniato in Fonterutoli, S. Lucia a Montenero, SS. Quirico e Giulitta a S. Quirico d’Orcia, San Magno a Simignano, S. Salvatore a Pilli, Chiesa della Compagnia della Misericordia a S. Lorenzo a Merse.
"Alcuni articoli di stampa hanno evidenziato, in questi giorni, le precarie condizioni della chiesa di Colle Malamerenda e della Pieve di San Vito, di proprietà dell’Istituto Interdiocesano Sostentamento Clero.Il territorio diocesano, è notoriamente ricchissimo di testimonianze del passato, che rappresentano un importante lascito delle generazioni che ci hanno preceduto, ma allo stesso tempo richiedono un impegno molto ingente per la manutenzione e la valorizzazione. L’Arcidiocesi di Siena si è impegnata in questi anni in un sostanzioso sforzo per restaurare edifici con funzione pastorale e beni culturali, grazie soprattutto ai fondi derivanti dall’8xmille a favore della Chiesa Cattolica e ai contributi erogati dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ma anche ad alcuni interventi del Ministero per i Beni Culturali e dei Comuni. D’altra parte è noto come, anche nel senese, la crisi economica abbia indotto ultimamente ad indirizzare l’uso di risorse per il sostegno dei soggetti e delle famiglie in difficoltà. Tuttavia, sotto l’episcopato di Monsignor Antonio Buoncristiani, sono stati attuati interventi per oltre quaranta milioni di euro complessivi, e solo per i beni di proprietà dell’Arcidiocesi, delle Parrocchie e delle Confraternite, escludendo quindi gli edifici appartenenti all’Istituto Sostentamento Clero. L’elenco è lunghissimo (e non esaustivo): S. Pietro a Megognano, S. Maria in Provenzano, S. Maria Assunta in San Gimignano, S. Maria Assunta in Poggibonsi, SS. Quirico e Giulitta in S. Lucia, San Martino a Siena, SS. Giusto e Clemente in Casciano di Murlo, S. Ilario a Isola d’Arbia, SS. Niccolò e Lucia a Casteldelpiano, S. Maria a Pancole, S. Pietro a Cedda, S. Michele Arcangelo a Ponte a Tressa, S. Giovanni Battista a Lornano, S. Biagio a Campiglia d’Orcia, San Dalmazio, Ss. Biagio e Anna a Coll’Alto, S. Martino a Cellole a Pontignano, S. Bartolomeo a Monastero, S. Michele Arcangelo a Chiusdino, S. Agostino a Colle di Val d’Elsa, S. Caterina Vergine e Martire, S. Maria Maddalena a Torrenieri, S, Cristoforo a Siena, la casa del clero a Montarioso, San Paterniano alle Tolfe, SS. Giusto e Clemente a Casciano delle Masse, l’Oratorio del Costone, S. Giovanni Battista a Pievescola, i Palazzi vescovili di Siena e Colle Val d’Elsa, S. Maria Assunta a Staggia, SS. Pietro e Paolo a Buonconvento, Sant’Andrea a Montecchio, la Pieve di Piana, la Cattedrale di Montalcino, B. Annamaria Taigi a Vico Alto, S. Salvatore in S. Agostino, S. Maurizio in S. Spirito, S. Ansano a Marciano, S. Pietro in Castelvecchio, SS. Lucia e Giusto a Barbiano, S. Giovanni Evangelista a Cerreto, S. Martino a Strove, S. Maria Assunta a Monteriggioni, S. Agata ad Asciano, S. Pietro a Ovile, S. Maria Maddalena a Castiglione d’Orcia, S. Bernardino all’Osservanza, S. Miniato in Fonterutoli, S. Lucia a Montenero, SS. Quirico e Giulitta a S. Quirico d’Orcia, San Magno a Simignano, S. Salvatore a Pilli, Chiesa della Compagnia della Misericordia a S. Lorenzo a Merse.
Risulta evidente, pertanto, che, pur nell’intenzione di mettere in campo il massimo delle risorse disponibili, è impossibile rispondere a tutte le “emergenze”, ben note grazie anche alla Visita Pastorale dell’Arcivescovo, che ha reso possibile una puntuale rilevazione della situazione.
L’Arcidiocesi manifesta apprezzamento per i segnali di attenzione nei confronti del patrimonio storico, artistico e religioso, ed invita anzi la popolazione, le Associazioni e tutte le Istituzioni del territorio, a continuare ad offrire il proprio fattivo contributo per poter intervenire, nel tempo, su tutti gli edifici che ne abbiano necessità.