Una dipendente lancia un'appello a Nexi
ROMA. Buongiorno, sono una dei 70 dipendenti di Bassnet srl, sede di Roma. La notizia che vi è stata data è parzialmente vera.
Che la società avrebbe chiuso era ben chiaro da giugno 2017. Inizialmente, almeno dal 2014, noi del gruppo di Bassnet con i dipendenti Bassilichi di Roma, lavoravamo per lo stesso cliente, stesse mansioni, stesse direttive, turni gestiti insieme (come avviene in tanti luoghi in cui si lavora insieme per lo stesso cliente). Bassilichi aveva il 49% di Bassnet.
Ad un certo punto interviene un gruppo americano, molto solido, che acquisisce solo i dipendenti Bassilichi ad aprile 2017. A giugno 2017 i dipendenti Bassilichi chiedono un gesto di solidarietà ai dipendenti Bassnet e chiedono di fare sciopero.
Azione senza senso, per due motivi:
1. Stesso lavoro, stesse mansioni (contratti diversi, in Bassnet credito – 20%, banca ore minima, no rol) e in Bassilichi commercio adeguato a ccnl credito con banca ore, rol e permessi).
2. Tutti alle direttive dello stesso responsabile e la società era già stata acquisita.
In quel momento è stata decisa la nostra sorte. I dipendenti Bassilichi sono stati dapprima inseriti nel gruppo Nexi poi ceduti a Pay care e ora dovrebbero essere in Comdata.
Nel frattempo da noi si è continuato a lavorare come nulla fosse. La sorte era già programmata. Infatti il gruppo Bassnet era nato per smaltire alcuni servizi che Bassilichi ci affidava, come il recupero crediti di Mps oppure l’adeguamento di alcuni dati di Popolare di Vicenza.. E ovviamente Cartasì poi Nexi.
Ad un certo punto proprio nei bilanci di Bassnet 2017 avviene una grossa perdita. Le commesse ci vengono pagate o le paghiamo? Ed ecco la messa in liquidazione a febbraio 2018. Ed ora, ad agosto 2019, i soci si sono riuniti ed hanno definito il tutto (con un ovvio vizio di forma).
La cosa peggiore in assoluto è che nessun dipendente si muove, c’è un’immobilità desolante. Nessuno protesta, nessuno batte i pugni. Stiamo perdendo il posto di lavoro!!! Molti hanno oltre 40 anni, hanno figli a carico e alcuni sono piuttosto giovani ma poco specializzati.
La situazione è ambigua. Moltissimi dipendenti (non è un mistero) hanno fatto causa all’azionista di maggioranza (Nexi) chiedendo l’assunzione nel gruppo e compensazione della parte economica (forse per l’offesa subita)
Ho provato diverse volte a dire a tutti, ad aprile 2017 ,che bisognava pensare anche al nostro futuro, che essere solidali con i dipendenti Bassilichi era un nobile gesto ma stavano deviando l’attenzione. Così Bassnet è diventata appendice morta. E così sta morendo(morte voluta, studiata)
Questo è gravissimo!!! A livello umano, morale e di dignità personale. Il lavoro c’è, ma probabilmente sarà affidato ad altre società. Che cosa costa ad un colosso come Nexi (se è vero che è azionista di maggioranza, ci riguarda) trovare collocazione a 70 persone?!
Oppure chi se ne vuole andare che se ne vada e faccia la causa per conto proprio. Qualcuno ha necessità di lavorare, a qualcuno non interessano giochi, inimicizia o ripicche. Chi vuole andare avanti con la causa, è libero di farlo, ma questo non deve compromettere le sorti di tutti.
L’immobilità che vedo è spaventosa. Da sola non posso fare nulla. L’immobilismo è voluto. La confusione è voluta. Non c’è dignità. Non c’è rispetto.
Chiedo una semplice cosa: dare la possibilità di scelta a chi vuole lavorare. Che sia un altro gruppo, un’altra società, certo mantenendo lo stesso livello, non che il tenore di vita fosse altissimo…
Grazie da una mamma lavoratrice che chiede solo dignità.
Lettera firmata