ASCIANO. Pochi giorni restano ormai alla scadenza elettorale per il rinnovo delle cariche alla Bancasciano, giorni di azione frenetica, tutti tesi a trovare il sostegno alla propria candidatura, ma questo è anche il momento di dire perché il socio si è candidato, con quale obiettivo da raggiungere, che non può essere solo quello di sostituire coloro che c’erano prima.
La banca e il territorio, un legame che non dovrà essere servile a tutti i costi, magari sostenendo l’insostenibile, ma centrale nel tentativo di sviluppo del medesimo, favorire i giovani imprenditori nel costruire la loro avventura di lavoro, spesso resa impossibile proprio dalla mancanza di fondi, l’aiuto per aziende che investono in ricerca tecnologica e negli ammodernamenti strumentali, interventi per l’industria di trasformazione delle risorse agricole e zootecniche, su questi e tanti altri argomenti, mi piacerebbe sentire il parere dei candidati, perché il giorno otto febbraio c’è da scegliere.
In sostanza voglio affermare che la banca dovrà dotarsi dei giusti strumenti di analisi al fine di favorire tutto ciò che fa bene alla vita della nostra provincia, analisi per capire la tipologia dell’uomo che investe, analisi per capire se la proposta sta in piedi o se invece rischia di essere già in partenza fallimentare, la banca dovrà avere nel tempo un proprio progetto, magari discusso con tutte le istituzioni locali e con le varie associazioni di categoria, mai però dovrà cadere nella logica del puro e semplice assistenzialismo. Ma altresì dovrà recuperare quella centralità che gli spetta.
Aggiungo anche che mai dovrà dimenticarsi del corpo sociale che circa cenno anni orsono decise di realizzarla, quindi degli agricoltori, dei pastori, dei piccoli artigiani e dei commercianti, e assolutamente mai più dovrà dimenticarsi dei propri associati, che non solo ne rappresentano la vera proprietà, ma anche la vita attiva della medesima,
La fusione che rappresentò una grande battaglia d’idee, in una drastica divisione tra i si, (favorevoli), i no (contrari), con la vittoria di questi ultimi, deve essere considerata storia del passato, ora occorre la ricomposizione di tutto il corpo sociale, un unico fronte che si muove per il bene dei soci, della banca e anche del personale, ma soprattutto con l’idea della progressione, con l’occhio che guarda avanti e si ricorda degli errori del passato.
Per tutto questo occorre un CDA fatto di uomini e donne capaci di dare senza porsi il problema di prendere, questo è stato il più grande errore del passato, non dovrà essere ripetuto, nessuno è obbligato a partecipare, è una scelta propria che a mio avviso e senza costi aggiuntivi, può considerarsi pagata solo dalla possibilità di esserci.