Lettera aperta di Mori sulle dimissioni di Lorenzoni
ASCIANO. Venuto a conoscenza delle dimissioni del consiglio d’amministrazione, prima per bocca di un esponente della federazione e successivamente dalle parole scritte del suo presidente, ancora non sono in grado di capire cosa accadrà e quando.
In genere le dimissioni sono un fatto semplice, mi dimetto e non ci sono più, nel frattempo, il direttore, il collegio dei sindaci revisori, tutti o in parte, gestiscono gli affari correnti, in questo caso appare tutto come una nuova invenzione, mi dimetto e resto in carica fino alle prossime elezioni, cosa vuol dire ? come se quando cade un governo tutto restasse in carica con ministri ecc. in attesa delle elezioni, boh c’è qualcuno che ci capisce qualche cosa più di questo povero ignorante ? Se esiste mi faccia sapere. Ma a quello che capisco i dimissionari non sono dimissionari, infatti sembra che restano in carica fino a febbraio.
Allora il pensiero corre, e vaga verso i pensieri altrui, ad esempio verso quelli del consiglio dimissionario e del suo presidente, per caso non vorranno gestire la chiusura del prossimo bilancio? In questo caso stiamo attenti alle sorprese, perché la lettera del presidente è livorosa,e carica di rabbia, quindi potrebbero esistere tutti i presupposti di un pericolo imminente. O forse invece vogliono restare per poter gestire in primis le prossime elezioni, gestendo tutto il quadro delle firme e delle deleghe? Chissà.
E’ probabile che chi scrive sia viziato dal sospetto, ma come disse qualcuno; a pensar male si fa peccato, ma ci si indovina quasi sempre. Quindi per togliere ogni dubbio a me e tanti altri, una proposta mi viene da fare, che la validazione delle firme e delle deleghe sia affidata al personale della banca, il quale a differenza di “ lor signori” ha sempre dimostrato di restare imparziale ad ogni diatriba. Da questo momento, o meglio sarebbe dire dal giorno ventitré novembre, i signori del consiglio di amministrazione non dovranno aver alcun titolo per fare nulla che possa avvantaggiarli nei loro reconditi pensieri o smanie di rivalsa.
Un’ultima cosa devo dire; mi sento di lodare chi ha deciso di rispettare la parola, non mi convince la forma, ma nella sostanza le dimissioni ci sono, e ora al lavoro tutti quanti, i soci per primi, al fine di evitare che ci si possa trovare un giorno alle stesse situazioni; i prossimi dovranno essere uomini che ascoltano e lavorano per tutti e soprattutto per il bene della Bancasciano, magari a costo zero, o comunque con spese tollerabili al comune senso del pudore.
Massimo Mori