ASCIANO. Dopo una lunga giornata iniziata alle dieci e trenta del mattino, del giorno otto febbraio duemilaquindici, con un dibattito lungo e appassionante che si è protratto fino alle tredici e trenta circa, i soci sono stati chiamati a votare per il rinnovo delle cariche sociali. Duemiladuecentoventidue gli intervenuti, dei quali circa la metà per delega, alla fine, ma solo intorno alla mezzanotte, abbiamo potuto capire cosa è accaduto.
I soci di Asciano e quelli di Sinalunga si sono compattati e hanno dato una sonora lezione ai soci di Siena e a quelli che si rifacevano al comitato che il ventitré novembre scorso impedirono la fusione con la banca di Montepulciano. Cosa dire se non un bravi a lettere cubitali, hanno imparato la lezione e ne hanno fatto tesoro, la loro vittoria è cocente ed estremamente chiara, per il comitato non un solo uomo o donna tra i sindaci revisori, e solo, il rappresentante di Rapolano terme, ha trovato un posto in consiglio.
C’è una chiave di lettura? A mio modesto parere esiste, forse il comitato non è riuscito ad organizzarsi nella giusta maniera, forse, il suo limite è stata proprio Siena, forse la scelte compiute per gli uomini da mettere in campo, proprio nel capoluogo di provincia, hanno frammentato il muro tanto compatto del ventitré novembre scorso, e ora? Ora non gli resta che stare a guardare, soffrire della propria sconfitta e della vittoria altrui.
Bravi a chi ha vinto, è certamente dovuto il dirlo e ammetterlo, ora i signori e le signore eletti: BIRIBO’ GIALLUCA; CAPACCI MORENO; CENSINI GIANFRANCO; CINI FRANCESCO; COPPOLA IVO; DURANTI DANIELA; TOMMASI ANDREA; avranno il compito di guidare la banca verso il suo futuro, non ci sono discussioni da fare, i fatti sono fatti e si commentano da soli, primo tra tutti quello più importante, la banca di Asciano è tornata fortemente nelle mani del suo territorio, e allora sia i suoi proprietari affettivi, che i suoi soci di maggioranza, ne decidano pure le sue sorti.
Il mio commento si conclude così, non ci sono altre cose da dire se non una soltanto, la divisione è chiara, da una parte gli uomini delle crete, assertori sostenitori di una linea che vuole congiungere i suoi averi con la Val di Chiana, dall’altra chi, invece, rimane preoccupato che ciò possa trasferirsi in una fine ingloriosa di questa banca, chi avrà ragione del proprio pensiero, lo diranno i fatti successivi.
Però occorre affermare che è stato bello vedere tutta la passione che si è sviluppata intorno a questa diatriba, il confronto è stato vero, carico di contenuti, anche di rabbia, ma in ogni caso teso a volere il bene della banca, c’è stato chi ha lavorato meglio, chi ha saputo giocare le proprie carte con maggiore abilità e capacità, che ha seguito una propria strategia usando una tattica migliore, capace di mettere da parte gli uomini dello scontro e mandare avanti chi dava maggiori garanzie, e chi invece, si è indebolito pensando che avrebbe solo potuto mantenere la vittoria del ventitré novembre scorso, portando avanti gli stessi uomini di allora. Bastava più attenzione, forse più coinvolgimenti e più ascolti, e forse, la situazione poteva essere diversa, ma si sa un detto la dice lunga per tutti:” chi è causa del suo male pianga se stesso”.
Massimo Mori