Ultima puntata per CRONACHE MARZIANE: un Alieno in Consiglio comunale
di Mauro Aurigi
Forse è vero: l’unico politico buono è il politico morto
Anche questa Consiliatura si è chiusa. Il 10 giugno prossimo si torna a votare. Nella scheda non ci sarà il Movimento 5 Stelle a causa di una di quelle imperscrutabili congiunture astrali che nessuno riesce a decifrare. Per cui sui banchi del Consiglio comunale non ci sarà più il vostro Alieno che ha già preparato le valige per tornare su Marte. Nessuno se ne lamenterà, forse neanche se ne accorgerà. Ma un’ultima cosa l’Alieno ve la deve raccontare.
Questi 5 anni, durante i quali due volte al mese si passavano alcune ore in Consiglio comunale, sono stati, almeno per me, solo una defatigante quanto inutile esperienza. La cosa non mi ha affatto meravigliato. Già lo sapevo. Il salvataggio dei socialisti Franco Bassanini, Giuliano Amato, Enrico Boselli e della democristiana Rosi Bindi, sepolti al Nord nel 1994 dalle macerie del Psi e della Dc a causa di Tangentopoli, fu una vera iattura. Furono riesumati – anche se nessuno si era accorto della loro scomparsa e meno che mai ne aveva pianto – per ordine di quel genio di D’Alema e candidati al Parlamento (Amato anche al governo) proprio qui a Siena dove evidentemente l’elettore del Pci-Pds-Ds-Pd, che li ha subito votati a scapito di candidature locali, è il più tonto del Paese.
E’ così che Bassanini per ringraziare i Senesi vara le sue leggi che ci hanno finalmente restituito quel podestà che una guerra persa aveva sconsideratamente abolito. Ed è così che Amato e Bassanini hanno ringraziato i Senesi tornando a Siena (proprio a Siena!) a dirci impudicamente e restando seri: ”Ora vi insegniamo noi come si fa la banca!” (lo ripeto: proprio a Siena!). E fu la privatizzazione. E pensare che “podestà” come Piccini e Cenni – dipendenti della Banca! – si fecero pure convincere, sposando spensieratamente la fantasiosa tesi che il Monte privatizzato e gestito alla Bassanini e alla Amato era parecchio meglio. Bassanini e Amato furono variamente premiati, come è giusto che succeda in un paese come il nostro: il primo presidente della ricchissima Cassa Depositi e Prestiti, il secondo capo del governo e poi perfino membro della Corte costituzionale (Boselli e Bindi, ai fini degli interessi senesi, scomparsi dai radar subito appena eletti).
In realtà i consiglieri comunali (eletti, se si sta alla Costituzione, non per rappresentare il proprio partito e neanche i propri elettori, ma l’intera comunità dei cittadini) non hanno contato nulla (ma perché dovrebbe contare la comunità dei cittadini?) anche se alcuni, sia della maggioranza che dell’opposizione, facevano finta di prendere quell’inutile carica molto sul serio. A chi, come noi del M5S, chiedeva in nome della democrazia che si allargassero le maglie che limitano l’accesso del popolo al referendum comunale (in 70 anni di regime repubblicano a Siena non ne risulta fatto neanche uno!) il consigliere comunale e segretario del Pd, Simone Vigni, ha urlato: “Volete ridurre l’autorità dei consiglieri comunali: ma questo è fascismo!”. A tanto è stato ridotto il livello culturale medio di quel consesso.
E’ chiaro che sic rebus stantibus, non c’era alcuna speranza che qualcosa, in questa ormai decaduta Città, cambiasse. E per capire quanto ciò sia vero basta pensare che Piccini, l’unico che in quanto allora sindaco e patron del Pci senese poteva negli anni ‘90 evitare la sciagurata privatizzazione della Banca, ma non lo fece, torna oggi sugli scudi per le prossime elezioni comunali. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.