Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera ricevuta da Silvio Pucci, segretario della sezione senese della Confsal Snals Università-Cisapuni
SIENA. A questo punto è il caso di intervenire per qualche precisazione, dal momento che su blogs e giornali vengono fatte affermazioni che peccano di diversi vizi: lo sparare nel mucchio mi pare quello peggiore; ad esso si aggiunge una lettura spesso distorta e faziosa della ormai pluriennale vicenda che riguarda l'Ateneo senese. Per giunta mi pare che tutto venga spesso decontestualizzato e questa pratica – ovviamente – nuoce alla correttezza degli interventi.
Mi presento: mi chiamo Silvio Pucci e dalla fine del 2007 rivesto la carica di segretario della sezione senese della Confsal Snals Università–Cisapuni, una confederazione sindacale di comparto autonoma, apartitica ed aconfessionale.
Prima questione che ritengo fondamentale e che attiene alla pratica sopra deprecata di “sparare nel mucchio”: le sigle sindacali NON SONO TUTTE UGUALI E NON HANNO TUTTE LA MEDESIMA POSIZIONE. Per rendersene conto basta compiere le seguenti operazioni: leggere i verbali dei tavoli di contrattazione e, ciò che viene fatto evidentemente senza la necessaria attenzione, leggere i giornali locali (Corriere di Siena, Zoom, La Nazione Siena, Il Cittadino Online) degli ultimi sedici mesi. Ci si renderebbe conto che, al contrario dei Confederali, alcune sigle, fra cui quella che indegnamente presiedo, non hanno mai partecipato a tutte quelle riunioni (in particolar modo alludo ai c.d. Tavoli interistituzionali) in cui sono state tenute posizioni e prese decisioni che non abbiamo condiviso né nella pratica, né nella teoria. Quindi quando sui blogs suddetti e sui giornali si utilizza la generica locuzione “il sindacato” si commette – me lo si lasci dire – una grave e pericolosa inesattezza.
Per rimanere sulle ultime tematiche, le cosiddette PEO (progressioni economiche orizzontali), mi si lasci ripetere quanto ho fatto mettere a verbale nella contrattazione del 30 dicembre 2009, quando – coerentemente con la dizione “contrattazione” – ho riconosciuto lo sforzo compiuto dall'Amministrazione nell'inserire a bilancio sotto la voce dedicata al salario accessorio del personale TA la medesima cifra dell'anno precedente e nell'iniziare – sia pure non ufficialmente dietro avviso – le procedure per le selezioni legate alle PEO:
“La nostra sigla apprezza la posizione della Parte Pubblica qui rappresentata dal Magnifico Rettore e dal Direttore Amministrativo ed è addirittura favorevole al rilascio di una dichiarazione congiunta [poi non condivisa da altri e quindi mai rilasciata]. La nostra sigla è altresì favorevole alla chiamata di un terzo, ispettore del Ministero dell'Economia e Finanza, che poi tanto terzo non è visto che si tratta di un alto funzionario dello Stato e l'Ateneo – è bene ricordarlo – è un'Amministrazione Pubblica, perché si faccia chiarezza sulla corretta formazione del fondo in parola e ci si comporti poi di conseguenza. La nostra sigla tiene però a ricordare che in tutto il mondo occidentale vigono i principi di legalità e responsabilità, il che significa che le leggi ci sono, ordinate gerarchicamente (Costituzione, Leggi della Repubblica, CCNL che è equiparato a norma di rilevanza costituzionale, Statuti e Regolamenti) e che vanno rispettate. A ciò segue il principio di responsabilità: ove verranno verificate delle scorrettezze o degli errori, in buona o cattiva fede commessi, l'Amministrazione dovrà provvedere immediatamente a far pesare le responsabilità su coloro che tali errori o scorrettezze hanno commesso”.
Passo a dire la mia (visto che non la posso dire in altre sedi evidentemente riservate ad altri) su una serie di proposizioni spigolate qua e là fra blogs e giornali.
Viene sostenuto sul Il senso della misura che “i rappresentanti del personale tecnico amministrativo nel consiglio di amministrazione sono stati o sono tuttora segretari di qualche confederazione a conferma di quanto sto dicendo”: l'affermazione è vera solo per due su tre. Il rappresentante che è stato eletto con l'appoggio solamente esterno di Confsal Snals Cisapuni e Cisal e che ha stravinto nelle elezioni suppletive del gennaio 2009 con 221 voti, non ha mai fatto parte di segreterie o organi dirigenti sindacali. Lo stesso vale per chi l'ha preceduta, vale a dire l'attuale Responsabile dell'Ufficio Ragioneria. Entrambe sono due semplici iscritte.
Ancora viene sostenuto nel medesimo luogo: “Nell’Ateneo senese vi è un esubero di personale: ci sarà pure esubero di docenti in qualche settore scientifico-disciplinare, ma quello che è evidente, anche ai dirigenti sindacali, vi è un esubero di amministrativi, circa 600, assunti in maniera clientelare. Si percorra pure la strada del prepensionamento dei docenti (la risposta, fortunatamente per l’istituzione, sarà limitata) ma quello che è imprescindibile è porre in mobilità gli amministrativi. Quanti e quali? Vi sono circa 300 amministrativi che sono stati stabilizzati illegalmente, quando la voragine nei conti era già nota agli organi di governo: mancava per tutti il budget e mancavano per molti i requisiti per la loro assunzione”.
La locuzione “in qualche settore scientifico-disciplinare” si commenta da sé, se si considera che i docenti sono 1060 oltre la metà dei quali concentrati in TRE SOLE FACOLTA' SU NOVE (Medicina e le due Lettere).
Direi che la successiva affermazione “assunti in maniera clientelare” riferita al personale tecnico amministrativo vada ricontestualizzata, includendo anche i docenti. Ma la cosa più grave è quanto viene sostenuto subito dopo a proposito della mancata copertura finanziaria delle stabilizzazioni.
Nel Corpo Accademico Allargato del 21 settembre 2009 è stato sostenuto dal Magnifico Rettore, dati alla mano, che dal 1999 al 2009 (leggi 2008 ché le assunzioni sono bloccate da oltre un anno) sono stati assunti 318 ricercatori. Visto che TUTTO il personale grava sul medesimo FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario) se mancava la copertura per gli stabilizzandi (e non c'è dubbio che fosse così), mancava anche per i suddetti ricercatori, nonché per le chiamate (o per i concorsi banditi localmente) di professori associati e ordinari. Tertium non datur.
E questo della mancata copertura finanziaria è comunque un problema a tutto tondo che agisce ad effetto domino su tutta la gestione degli ultimi dieci anni.
Mi chiedo come si possa pretendere che a pagare per tutti siano soltanto le categorie già svantaggiate, cioè B, C e D (visto che per EP e Dirigenti i conti “tornano”). E non è vero che a bilancio non ci sono gli incrementi stipendiali per docenti e ricercatori; ci sono e con gli arretrati del 3.77% a decorrere dal 1.1.2009. L'onere totale sul bilancio è di quasi 11.500.000 di euro (cap. 03701 e seguenti). Se, per assurdo, si rinunciasse a quelli si potrebbe fare a meno – per dire – della manovra di prepensionamento, considerata la pericolosità che quest'ultima comporta: rinunciare a 90 e più docenti sarebbe distruttivo per la didattica considerata la perversa logica dei c.d. “minimi mussiani” per l'attivazione dei Corsi di Laurea e l'ulteriore restringimento di tali minimi che si prevede nel DDL Gelmini. E distruggere la didattica significa venir meno alla missione dell'Ateneo.
Ma soprattutto, pur riconoscendo la correttezza (almeno per alcuni casi) della parola “cogestione”, viene in essere la domanda: chi è preposto a prendere queste decisioni? La risposta è: gli organi di governo. Gli organi di governo, così come previsto dallo statuto VIGENTE, sono il Rettore, il Senato Accademico, il Consiglio di Amministrazione. In tutti questi organi la rappresentanza del personale tecnico amministrativo è di 3 persone contro 36. Non mi sembra il caso di aggiungere altro … A meno che non si voglia sostenere che tali organi per anni non siano stati bypassati con decisioni prese altrove e da altri soggetti. Se così fosse ancora una volta si dovrebbe far cadere la scure della responsabilità su costoro, in modo ancora più violento, in quanto si paleserebbe che il governo dell'Ateneo degli ultimi anni ha seguito logiche “altre”.
Si sostiene – conti alla mano – che si dovrebbe fare a meno non solo dei trecento suddetti, ma di altri trecento. Può darsi che sia così, ma eventualmente il criterio meramente cronologico del momento dell'assunzione per determinare il personale da porre in mobilità sarebbe il peggiore possibile. Si ricorda che è compito preciso degli organi di governo stabilire il fabbisogno di personale tecnico-amministrativo e la pianta organica, mentre alla dirigenza è demandato il controllo su tutte le funzioni e mansioni svolte singolarmente dai dipendenti. Nel caso, che eventuale non è perché è chiaro che si dovrà procedere ad una manovra di mobilità (meglio volontaria, ovviamente), sarà necessario che costoro si prendano la responsabilità e l'onere di stabilire criteri di opportunità e produttività sulla base di un'analisi attenta e giusta e non procedere con meri criteri cronologici che di giusto, sia chiaro, non hanno proprio niente.
In ultimo leggo nel blog di Stefano Bisi una polemica sul bando di un concorso per ricercatore a tempo determinato. Anche su questa vicenda chiarezza deve essere fatta su alcuni punti: 1) i fondi esterni, sui quali vengono banditi i concorsi di quel genere (e sui quali vengono, ad esempio, spesso comprate apparecchiature), non è affatto vero che non appartengono all'Ateneo, tant'è che sopra di essi grava una ritenuta del 10%; 2) in passato spesso sono state avallate pratiche scorrette che vedevano bandire posti di ricercatore a tempo indeterminato che AVREBBERO DOVUTO essere a tempo determinato perché basati su un cofinanziamento esterno limitato nel tempo; una volta terminato il cofinanziamento il ricercatore è rimasto a carico del FFO: ancora una responsabilità degli organi di governo che però – per motivi che non è dato conoscere – hanno la medesima composizione da anni, fatta salva qualche eccezione dovuta al naturale alternarsi dei Senatori e dei Consiglieri.
Chiedo scusa per la lunghezza del mio intervento, ma dopo mesi di silenzio, voluto da un lato e forzato dall'altro, ho sentito il bisogno di far chiarezza su posizioni di cui evidentemente non è stato tenuto conto.
Silvio Pucci