SIENA. L’incontro a Palazzo Patrizi di stasera 18 dicembre, che si svolgerà dalle 21 sotto la regia di un giovane e attivo giornalista, David Busato, con partecipazione di Pietraserena, La Città ai cittadini, 5 Stelle, Sinistra per Siena è stato indetto esplicitamente con un proposito molto lodevole.
I partecipanti, che come chiarito per gli interventi nei blog, sono da Mauro Aurigi a Romolo Semplici e Enrico Tucci, da Michele Pinassi a Laura Vigni e Massimiliano Angelini si propongono di dissipare le ombre che si sono accumulate sul loro invito ‘al mare’ il giorno del ballottaggio Valentini-Neri e quelle che precedentemente avevano investito alcuni di loro già in consiglio comunale al tempo delle votazioni che portarono, grazie a parte della maggioranza, alla caduta di Ceccuzzi.
I veleni non si sono dissipati da allora e Valentini ha giustamente riconosciuto come il “bagno” di quei gruppi politici gli fu provvidenziale.per far mancare meno di mille voti a Neri per prevalere.
La marcia dei 500 è stata un episodio superficiale, come si temeva. Subito dopo, il lavoro di consiglio delle minoranze si è divaricato e l’appello/speranza di molti a continuare unitariamente è caduto nel vuoto.
I “gruppi del mare” hanno sempre sostenuto di non poter accedere al voto a Neri per via di alcuni suoi sostenitori, più o meno compromessi con il passato “regime” (e Maurizio Cenni, per la verità, a un certo punto signoreggiò inopinatamente addirittura nel giornale elettorale del Neri). Insomma, i sostenitori della serata si presentano come i “puri”, sostenitori di una cesura profonda con il passato che il Neri non avrebbe garantito per i condizionamenti derivanti dai suoi alleati, mentre Valentini sembrava tutto sommato “discontinuo” in campagna elettorale. Male minore quindi: in politica è spesso inevitabile una scelta del genere. Senonché Valentini si è rivelato assai meno discontinuo di quanto si sperava e la situazione politica invece di chiarirsi si è intrigata, anche per lo sfaldamento del PD, giunto a Siena a livelli di disaffezione impensabili, a giudicare dalle poche iscrizioni di cui si parla.
Che fare allora tra le minoranze se non riprendere il vecchio discorso di superare la frammentazione con un bel movimento unitario civico? Chiarito con il dibattito di stasera che non si è tradita la causa del rinnovamento né trescato con la maggioranza, le carte saranno in regola per presentarsi alla cittadinanza e tacitare voci dissidenti di altri “puri”.
Stasera si spera che “si parli senza riserve e poi si taccia per sempre”.
Ben venga il dibattito, qualsiasi dibattito, ma quanto è realistica la conclusione attesa? Non essendo stato promosso da tutte le parti in causa il dibattito nasce monco. Non solo, è facile che attizzi nuove tensioni. Chi si riterrà confermato nella sua purezza stasera, perché non dovrebbe uscirne fiero e ancor più legittimato a correre condannando le altre minoranze “impure”?
Sembra banale, Watson. Eppure, a parte i giornalisti/blogger sempre lieti del confronto, ci sono fior fiore di politici di lungo corso tra i gruppi del mare. Alcuni di loro dicono di voler usare dell’Osservatorio civico messo in piedi a suo tempo come contenitore per muovere verso il gruppo civico unitario, ma sempre tra loro c’è chi lo schiera alle regionali per Tsipras!
C’è chi parla di responsabili del disastro anche solo per non aver fatto niente intorno al 2000 e prima, al tempo della privatizzazione del MPS, ma tra i gruppi del mare non c’è chi allora era saldamente inserito nel “sistema”?
Quando cominciano le responsabilità e non ci sarebbe da distinguere evitando di fare di ogni erba un fascio? Per l’Aurigi non è solo di chi aveva cariche la responsabilità, ma di tutti (o quasi, visto che almeno lui si tira fuori) i senesi che hanno consentito al sistema di mettere solide radici fino all’apoteosi (negativa) dell’Antonveneta senza batter ciglio (io aggiungo dolorosamente l’Università, distintasi per la sua pressoché totale acquiescenza).
E’ un giudizio radicale il suo che ha qualcosa di vero, purtroppo. La stessa reazione melliflua della cittadinanza al disastro infine reso evidente dal crollo MPS e degli enti ‘aiutati’ non la dice lunga? Ma sono solo i cittadini o anche i suoi politici in crisi? Anche quelli più puri?
Faccio solo una riflessione da esterno, fortunatamente tornato agli studi (cui queste mie riflessioni storico-istituzionali appartengono). Il sindaco ancora pochi giorni fa ha ripetuto che non si darà pace finché non saranno chiarite le responsabilità del naufragio. Bene, benissimo, da parte mia ho subito ripreso su questo giornale il suo desiderio invitandolo a precisare tempi e modi. E’ poi intervenuto il Burresi, della direzione provinciale del PD, cioè non un modesto iscritto, ha ammesso che tutti “sapevano” (che cosa in particolare, di grazia?) e che bisognava chiarire. I 5 stelle lo hanno sempre chiesto come la Lega e un comunicato recentissimo di Pietraserena ci è ritornato. Sinistra per Siena è da tempo d’accordo e forse anche altri di cui ho perduto le esternazioni (e chiedo scusa).
C’è qualcuno allora contrario a fare chiarezza? Credo proprio di sì, al di là delle dichiarazioni, ma allora non era bene incentrarsi su un tema del genere?
Chiediamo tutti al sindaco come intenda procedere, con quali strumenti, con quali aiuti e in quali direzioni. Ci sono tante cose che ai giudici non interessano, ma ai cittadini eccome. Anche solo la contraddizione sottolineata dall’Eretico ad esempio sulla conoscenza di Ceccuzzi dell’acquisto di Antonveneta un anno prima o un anno dopo non è di quelle minuzzaglie che abbiamo diritto di aver chiare? Se non ora, quando?
E allora il sindaco, il suo partito e gli altri di maggioranza così come le singole minoranze non hanno il dovere di far quanto possibile in questa direzione? Non è con questo chiarimento che si creeranno le consapevolezze e le convergenze necessarie per uscire dall’attuale palude? Non sono gli schieramenti astratti quelli cui dobbiamo tendere, ma a una riscrittura del mondo politico senese.
Ma possiamo averlo solo chiarendoci le cause strutturali della crisi. Cosa è che non ha funzionato al punto di consentire a pochi sciagurati talora anche delinquenti di prendere in giro e distruggere un’intera collettività?
Partiamo da qui e cerchiamo di non sfiorare il razzismo. I senesi non sono divenuti esseri inferiori, anche se non hanno la brillantezza dimostrata in altri tempi, diciamocelo pure. Ma escono da un periodo difficile, cloroformizzante, cominciato già quando sembrava che tutto andasse bene. Perciò è difficile uscirne. Meno che mai con schemi precotti e con dibattiti che attizzino nuove faziosità. E’ più sulle cose da fare o da evitare che bisogna incontrarsi che non su schieramenti ormai macinati dal rapido sviluppo e aggravarsi della crisi.
Perciò ogni momento di nuova riflessione, di movimento rinnovatore deve essere incoraggiato se diretto a ribaltare il Gran Sonno sopravvenuto. Ma bisogna distinguere tempi e modi: della questione morale, che deve avere un suo percorso, e quello diverso dell’uso delle poche risorse disponibili con inesorabile esame del bilancio comunale allargato.
Dove bisogna tener conto dei caratteri di fondo dei motivi della eccezionalità senese e non abbandonarsi ad una generica ansia di creatività. L’occasione pur minore della Capitale italiana della Cultura, ad esempio, non va buttata nel cestino. Ma bisogna allora vedere anche e concretamente che cosa si possa ricavare di buono daI milione di euro investito nella Capitale europea.
Anche questo fa parte della questione morale. O no?
Mario Ascheri