SIENA. Ho insegnato Educazione Civica per molti anni e negli esami per abilitarmi e per il ruolo ho sempre scelto temi di tale disciplina. Il Presidente del Consiglio di Istituto di una scuola dove insegnavo, preceduto da un bidello, si presentò nella mia aula e udii il bidello dirgli: “Questo è il professore che insegna Educazione Civica.”.
Altra visita, che per tale motivo ricevetti, fu quella di un brillante collega, Luca Lunghetti, il quale mi propose di scrivere un testo di Educazione Civica per la Scuola Media, su richiesta dell’editore Palumbo.
Questa premessa, per osservare che, nell’attuale infelice situazione che pare distinguere l’Italia nel novero dei Paesi europei, non avverto considerata una sostanza precedente il nostro essere cittadini di questo Stato: il termine “persona” è e riassume tale sostanza. Non ne sento parlare.
Scriveva Luca Lunghetti: ”Una volta affermata la sua dignità e conquistata la sua libertà ‘come persona’, l’uomo affermò la sua dignità e conquistò la sua libertà anche ‘come cittadino’, rivendicando di fronte alla volontà personale del sovrano assoluto il diritto di partecipare alla direzione dello Stato e di concorrere a determinarne la politica. Sicché, oggi, tutti gli Stati sinceramente democratici riconoscono ai propri cittadini, oltre alle varie e già ricordate libertà civili (diritti di libertà) anche la libertà politica (diritti politici).”
Ancora Lunghetti indicava :”La ‘libertà personale’ viene presa in considerazione dalla Costituzione, innanzitutto, sotto l’aspetto fisico, cioè come diritto dell’individuo alla disponibilità ed alla inviolabilità della propria persona.”(cfr.art.13 Costituzione). Già Renan osservava che con Gesù nasce l’anteriorità del nostro essere umani rispetto all’essere cittadini.
Mi meraviglia continuamente che tantissimi credenti stigmatizzino come “no vax” persone che decidono di non vaccinarsi, per difendere l’inviolabilità del proprio corpo dagli effetti dannosi di questi farmaci, dichiaratamente ancora sperimentali, utilizzati in pandemia. Mi chiedo quale giustificazione diano al proprio dichiararsi credenti e, di conseguenza, all’impoverimento del proprio essere cittadini.
In ogni caso, è gravida di conseguenze per tutti la discriminazione in quanto tale, dato che derogare da principi fondamentali può costituire il primo di altri atti ancora più gravi.
Oliviero Appolloni