La deputata Pd contro l'ennesimo caso di omicidio
SIENA. Oggi qua vicino. In Valdichiana. Lei era al lavoro. Lui l’ha raggiunta e l’ha uccisa. Questo ci consegnano cronache e agenzie.
Perché non ci sono aree franche, la violenza non rispetta alcun confine geografico o sociale. La violenza femminicida sta per lo più in casa tua, sul tuo posto di lavoro, nella strada di fronte.
Se non sbaglio i calcoli, sono quattro le donne uccise negli ultimi pochissimi giorni. Si rischia di dimenticarne nomi, storie, contesti. Ma hanno nomi, storie, spesso figli. Per qualche giorno le cronache, i giornali, le foto di volti sorridenti. In qualche caso magari in abito da sposa, poi diventano numeri, statistiche, scarpe rosse, sedie vuote, citazioni in discorsi ufficiali.
Ma c’è un posto lì, tra i polmoni e la pancia, in ogni donna, dove tutto questo va ad accumularsi, a crescere in un misto di dolore, rabbia, senso di impotenza e di sconfitta.
Si perché in tante abbiamo marciato e marceremo ancora. In molte abbiamo cercato di scrivere leggi e molte dedicano tempo ed energie al sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro bambini.
Ma non basta.
C’è una partita, quella più grande, che non possiamo giocare da sole. Serve uno scatto grande di quella metà della società che non siamo noi.
Uomini reagite, cambiate questo modello maschile, maschilista, spesso machista, annullate questa incapacità diffusa di accettare la libertà femminile, aiutateci a far crescere bambini capaci di rispettare le loro coetanee di oggi e compagne di domani.
Questo modello culturale va completamente cambiato. In profondità.
E piantatela di deridere chi parla di linguaggio ed educazione di genere perché si comincia da lì, e se non lo si fa, se non si spiega a bambini e bambine che “anche una principessa può uccidere il drago”, poi magari si piange sulle tragedie generate da una lucida violenza femminicida, quella di chi non concepisce che una donna non è un oggetto che possiedi, di chi non accetta che una donna possa dire dei No.
Conosco uomini consapevoli e per fortuna sono molti.
Sindaci, amici, uomini impegnati nel mondo associativo. Voi potete fare tanto. Io confido in voi tutti. Confido nella vostra possibilità di avviare il cambiamento che serve. Adesso. Subito”.
Susanna Cenni