SIENA. Buongiorno Sindaco,
mai come in questa fase storica è necessario un impegno di tutti per la tenuta della coesione sociale, che trae il suo cemento dalla vitalità economica, dall’occupazione, dal sistema di welfare e dal mantenimento di tutta la rete di istituzioni e di associazioni, che fanno di Siena una città e un territorio che può ancora farcela, non arrendendosi al declino di una piccola realtà di provincia, non più incorniciata autarchicamente dal suo antico motore finanziario (MPS). Per farlo, però, occorre tenere lo sguardo alto verso un orizzonte adeguato, con una visione lungimirante, rinunciando a rifugiarsi nelle logiche della piccola partigianeria e faziosità, sia essa politica, di piccoli gruppi di interessi e finanche personale. Per queste ragioni l’appello che rivolgo a Lei, come cittadino, al di là della distanza politica che ovviamente resta tutta e che è salutare per tenere alto il confronto, per non ricadere nelle tentazioni regressive del pensiero unico e dunque dell’allontanamento delle migliori energie al servizio della città, è quello di fermarsi a riflettere sul destino di Siena nei prossimi dieci-quindici anni, di uscire dalla logica di chi, incurante del futuro, delle prospettive e delle giovani generazioni, preferisce anteporre le bandierine del potere a quelle della lungimiranza e del buongoverno. Il caso Franci è la punta di un iceberg dimostrativo quanto pericoloso, l’esempio di come la logica del braccio di ferro, muscolare quanto effimera, possa portare nocumento a tutta la nostra comunità. Il mio invito, da cittadino, ripeto, è quello di riprendere con umiltà e spirito di servizio, che sicuramente non manca a chi ama la nostra città, un approccio amministrativo che, mantenendo ferme e nette le distanze dei compiti tra chi ha la responsabilità di governo (maggioranza) e chi quella altrettanto importante di fare opposizione e dunque controllo e controproposta in vista di una sana competizione politica a beneficio di tutti, non si pieghi sempre più al ribasso sia nella valorizzazione dei ruoli sia nella pianificazione del governo, non si presti al gioco miope dell’occupazione sistematica degli spazi istituzionali pubblici e privati che, in genere, è incoraggiato da circuiti di scarsa competenza e qualità che conducono ad un abbassamento sistematico del livello dei gruppi dirigenti. Recuperiamo, signor Sindaco, uno spazio di confronto alto, sfidiamo il futuro con le complessità enormi del presente sulla base di visioni sociali, politiche ed economiche certamente differenti, con netta distinzione di ruoli, ma favorendo, nel rispetto e nella legittimazione reciproca, una logica finalizzata alla crescita sociale, culturale ed economica della nostra città ed attivando le migliori energie, i migliori progetti, rafforzando e non indebolendo le istituzioni che più illustrano Siena (come è l’Istituto Franci e non solo). Credo che in questi momenti, anche un ripensamento, una sana sterzata che si allontani dai vicoli ciechi del politicismo e del tatticismo, possa far bene, non solo a chi pro tempore oggi governa, ma a tutto il tessuto delle forze su cui bisogna contare per fermare il declino in atto, credendo nella possibilità di una nuova fase storica di ricostruzione che Siena merita, non meritando, invece, di ridursi al racconto di se stessa e di ciò che non è più.
Cordiali saluti
Fulvio Mancuso