I firmatari del "manifesto" chiamano la città ad unirsi
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Il nostro paese, in ginocchio per la crisi economica, è strangolato da un’assoluta mancanza di prospettive, intrappolato in un eterno e mediocre presente capace di annichilire l’idea stessa di futuro. La nostra città non è immune a questa crisi, il collasso economico delle più grandi istituzioni della città, dall’Università degli Studi al Monte dei Paschi, fondamenta del modello di sviluppo basato sui servizi e sull’indotto, rischia di trascinare l’intero complesso di relazioni economiche e sociali in un baratro da cui sarebbe ben difficile uscire.
La perdita del senso di responsabilità ed il degrado etico nella gestione della cosa pubblica, non solo hanno aggravato la crisi economica, ma hanno anche generato una crisi di credibilità in alcuni degli enti più importanti ed antichi del nostro territorio ed una progressiva perdita della loro centralità nel panorama regionale e nazionale.
Inoltre, gli ultimi accadimenti – il voto che ha bocciato il bilancio in Comune – ci convincono della necessità di riaffermare con forza l’urgenza di una discontinuità totale rispetto al modus operandi che ha contraddistinto, purtroppo, alcuni comportamenti politici in tempi recenti: la città deve dimostrarsi capace di un governo responsabile ed orientato al bene comune, che cancelli quegli interessi personali o di parte che si sono manifestati anche in settori della maggioranza, in nome del merito e del futuro.
E’ urgente proseguire nel cambiamento del metodo di selezione delle classi dirigenti degli enti cittadini. E’ il momento di porre la difesa della città, il bene comune delle sue istituzioni davanti a tutti, utilizzando un metodo serio, lineare e responsabile che, senza compromessi e convenienti commistioni, sappia valorizzare il merito e giudicare l’operato della classe dirigente in base a come essa ha agito, in profonda discontinuità con quanto avvenuto nel passato più o meno recente.
Coloro che non sono capaci di capire o accettare che amministrare la cosa pubblica non corrisponde alla tutela dell’interesse personale e di gruppo, liberino dall’assedio questa città senza esporla al pericolo dell’arrivo di un commissario prefettizio che metterebbe a rischio l’intero corpo dei servizi al cittadino nonché la stessa capacità di autonomia politica del nostro comune.
Siena deve tornare ad essere libera da logiche distorte di potere che umiliano la sua identità e la sua storia di civiltà, compromettendone il futuro.
Chiediamo a tutte le forze migliori della città di sottrarla a questo giogo.
E’ il momento di unire le energie più generose di questa comunità in nome di una storia secolare: ne hanno bisogno le cittadine e i cittadini liberi, coloro che ritengono ancora possibile costruire un futuro migliore per questo territorio.
Salvatore Anastasi – Franco Belli – Massimo Bignardi – Francesco Burroni – Massimiliano Coviello – Pasquale D’Onofrio – Maria Luisa Ghidoli – Stefano Iacoviello – Luciano Li Causi – Duccio Mannucci – Riccardo Margheriti – Augusto Mattioli – Sonia Masi – Michele Menchiari – Mauro Moretti – Orlando Paris – Gabriella Piccinni – Bernardina Sani – Massimiliano Tabusi – Luca Vigni