
ConfCommercio e ConfEsercenti, in una lettera inviata alla stampa locale firmata dai rispettivi Presidenti, affermano la necessità dell’apertura dei negozi nel Comune di Siena in tutte le domeniche e le giornate festive dell’anno, al fine di arginare la crisi!
Come Organizzazioni Sindacali dei dipendenti del settore del commercio vogliamo fare alcune considerazioni e riflessioni in merito al contenuto della lettera stessa:
1)il Comune di Siena non ha mai realmente attivato un percorso concertativo con le parti sociali, si è solamente limitato ad una convocazione per ribadire la propria posizione, che poi è la posizione delle Associazioni di Categoria, senza neppure stabilire un protocollo e un percorso da seguire nella concertazione, come stabilisce la Legge Regionale;
2)come Organizzazioni Sindacali dei dipendenti del settore del commercio non abbiamo mai avuto un’inversione di tendenza, in quanto la nostra posizione è sempre stata quella aperta al confronto per raggiungere degli accordi territoriali, accordi che è stato impossibile raggiungere in quanto ConfCommercio e ConfEsercenti senesi si sono da sempre rifiutate di sedere ad un tavolo per contrattare! Cosa che invece è stata fatta in molte province della Toscana;
3)peraltro vogliamo ricordare che la nostra proposta non prevedeva grossi cambiamenti e stravolgimenti della situazione attuale, ma la chiusura dei negozi per una domenica al mese (tranne che dicembre) e per sei festività (Natale, S.Stefano, 1 Gennaio, Pasqua, Pasquetta, 1 Maggio);
4)infine: pensare di arginare la crisi con le aperture domenicali!!! Forse le Associazioni di Categoria senesi non sanno né che la torta dei consumi – anche con le aperture domenicali – resta sempre la stessa (anzi, sta ulteriormente diminuendo), né che le aperture domenicali non portano aumenti dei consumi – ma che gli stessi vengono invece spalmati in maniera diversa nell’arco della settimana – e neppure che le aperture domenicali comportano aumenti dei costi dei beni venduti che ricadono sui consumatori stessi…
In un quadro economico e sociale come quello attuale la politica dello struzzo non potrà portare soluzioni per il settore, in un momento in cui tra l’altro sono state avviate delle riflessioni come quella della più grande Cooperativa di Consumo Italiana sulle aperture domenicali… Inoltre è in atto un approfondimento sul recupero della vita sociale delle persone e delle famiglie, partendo anche dagli orari delle attività commerciali e dall’idea che la persona vada posta sempre al di sopra degli interessi economici.
Pertanto chiediamo: per chi aprono i negozi tutte le domeniche e le festività dell’anno nel Comune di Siena? E ancora: quali costi sociali pagheremo per queste scelte volute dal Comune di Siena e da ConfCommercio e ConfEsercenti?
FILCAMS CGIL
FISASCAT CUISL
UILTUCS UIL
Come Organizzazioni Sindacali dei dipendenti del settore del commercio vogliamo fare alcune considerazioni e riflessioni in merito al contenuto della lettera stessa:
1)il Comune di Siena non ha mai realmente attivato un percorso concertativo con le parti sociali, si è solamente limitato ad una convocazione per ribadire la propria posizione, che poi è la posizione delle Associazioni di Categoria, senza neppure stabilire un protocollo e un percorso da seguire nella concertazione, come stabilisce la Legge Regionale;
2)come Organizzazioni Sindacali dei dipendenti del settore del commercio non abbiamo mai avuto un’inversione di tendenza, in quanto la nostra posizione è sempre stata quella aperta al confronto per raggiungere degli accordi territoriali, accordi che è stato impossibile raggiungere in quanto ConfCommercio e ConfEsercenti senesi si sono da sempre rifiutate di sedere ad un tavolo per contrattare! Cosa che invece è stata fatta in molte province della Toscana;
3)peraltro vogliamo ricordare che la nostra proposta non prevedeva grossi cambiamenti e stravolgimenti della situazione attuale, ma la chiusura dei negozi per una domenica al mese (tranne che dicembre) e per sei festività (Natale, S.Stefano, 1 Gennaio, Pasqua, Pasquetta, 1 Maggio);
4)infine: pensare di arginare la crisi con le aperture domenicali!!! Forse le Associazioni di Categoria senesi non sanno né che la torta dei consumi – anche con le aperture domenicali – resta sempre la stessa (anzi, sta ulteriormente diminuendo), né che le aperture domenicali non portano aumenti dei consumi – ma che gli stessi vengono invece spalmati in maniera diversa nell’arco della settimana – e neppure che le aperture domenicali comportano aumenti dei costi dei beni venduti che ricadono sui consumatori stessi…
In un quadro economico e sociale come quello attuale la politica dello struzzo non potrà portare soluzioni per il settore, in un momento in cui tra l’altro sono state avviate delle riflessioni come quella della più grande Cooperativa di Consumo Italiana sulle aperture domenicali… Inoltre è in atto un approfondimento sul recupero della vita sociale delle persone e delle famiglie, partendo anche dagli orari delle attività commerciali e dall’idea che la persona vada posta sempre al di sopra degli interessi economici.
Pertanto chiediamo: per chi aprono i negozi tutte le domeniche e le festività dell’anno nel Comune di Siena? E ancora: quali costi sociali pagheremo per queste scelte volute dal Comune di Siena e da ConfCommercio e ConfEsercenti?
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