Alcuni membri della direzione comunale del Pd cittadino scrivono al candidato sindaco Pinciani, reo di aver scelto un'altra strada rispetto alle scelte del suo partito
SIENA. Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta indirizzata da Fiorenza Anatrini, Marco Borgogni e Ginevra La Russa ad Alessandro Pinciani, dirigente del Pd cittadino che ha deciso di candidarsi alle prossime amministrative del giugno 2018, in contrasto con la ricandidatura del sindaco Bruno Valentini, sostenuta dal suo partito.
“Caro Alessandro,
le tue parole contro il Partito e il nostro segretario sono dure, soprattutto per noi che ancora ci sentiamo una comunità di persone legata da idee e valori e non un semplice tranvai a chiamata nel cammino della politica.
Quando si era fondato insieme, il nostro PD, si era condiviso che le regole servivano a governare la sintesi per non perdersi nella discussione.
Così, nelle settimane scorse abbiamo fatto scelte politiche sulla base dello statuto e del regolamento; all’interno dell’assemblea Comunale, della quale fai parte, avevi tutte le possibilità di intervenire apertamente al dibattito, potevi candidarti alle primarie, proporre mozioni, ma non l’hai fatto: al confronto aperto e coraggioso hai preferito l’Aventino.
Ci dispiace molto, Alessandro, aver dovuto assistere a questo abbandono, che per tutti noi significa comunque una perdita.
La speranza di ritrovarci non l’abbiamo persa, ma le idee di un partito si cambiano o almeno si contaminano da dentro, perché allora rimane lo spirito del confronto a sostenere la scelta finale.
Cambiare sempre da fuori rischia di rivelarsi una scorciatoia a caro prezzo, perche’ c’è lo statuto e perché disperde un patrimonio di valore e di impegno costruito nella fatica del tempo”.
le tue parole contro il Partito e il nostro segretario sono dure, soprattutto per noi che ancora ci sentiamo una comunità di persone legata da idee e valori e non un semplice tranvai a chiamata nel cammino della politica.
Quando si era fondato insieme, il nostro PD, si era condiviso che le regole servivano a governare la sintesi per non perdersi nella discussione.
Così, nelle settimane scorse abbiamo fatto scelte politiche sulla base dello statuto e del regolamento; all’interno dell’assemblea Comunale, della quale fai parte, avevi tutte le possibilità di intervenire apertamente al dibattito, potevi candidarti alle primarie, proporre mozioni, ma non l’hai fatto: al confronto aperto e coraggioso hai preferito l’Aventino.
Ci dispiace molto, Alessandro, aver dovuto assistere a questo abbandono, che per tutti noi significa comunque una perdita.
La speranza di ritrovarci non l’abbiamo persa, ma le idee di un partito si cambiano o almeno si contaminano da dentro, perché allora rimane lo spirito del confronto a sostenere la scelta finale.
Cambiare sempre da fuori rischia di rivelarsi una scorciatoia a caro prezzo, perche’ c’è lo statuto e perché disperde un patrimonio di valore e di impegno costruito nella fatica del tempo”.
Fiorenza Anatrini, Marco Borgogni, Ginevra La Russa