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SOVICILLE. L’intervista rilasciata dal presidente dell’Aeroporto di Siena Claudio Machetti sulle recenti vicende aeroportuali suscita non poche perplessità sia per l’ostentata tranquillità di fronte a vicende tanto gravi che coinvolgono la Società di cui lui è Presidente sia per ciò che afferma con tanta sicurezza.
Forse tanta tranquillità deriva dal fatto che lui è stato nominato solo nel 2009 e che le vicende sulle quali sta indagando la Procura risalgono al 2007 e che quindi non lo riguardano (bella solidarietà con i suoi predecessori) senza riflettere che quelle vicende caleranno come un macigno su tutta la compagine societaria.
Per Machetti, l’uscita di Galaxy dal pacchetto azionario dell’aeroporto era prevista in quanto afferma: "Sapevamo fin dall'inizio che la presenza del Fondo Galaxy Management Service all'interno della nostra compagine societaria sarebbe stata un'operazione a tempo e che sarebbe servita soprattutto nella fase di sviluppo dell'infrastruttura". Che si trattasse di una presenza limitata nel tempo era noto soprattutto al Comitato che sin dall’inizio ha denunciato quest’aspetto come un forte elemento di criticità di tutta l’operazione finanziaria. Quando il Comitato indicava nel 2013 il termine entro il quale Galaxy sarebbe uscita dalla compagine societaria tutti gli amministatori locali si sbracciavano a ripetere che Galaxy non sarebbe mai andata via. Ora affermano il contrario invece di spiegare i veri motivi per cui Galaxy ha deciso di andarsene.
Galaxy se ne va perché non sono stati capaci di ottenere la concessione totale dal Ministero entro il 2010 come prevedeva il famigerato accordo societario fra soci pubblici e privati.
Se ne va perché quella concessione non la otterranno mai se continuano a ritenere corretta la procedura di privatizzazione e la gara oggetto di indagine della Procura.
Se ne va anche per l’opposizione tenace del Comitato che ha evidenziato e denunciato in modo puntuale tutte le malefatte di chi ha voluto e gestito l’operazione, ma anche perché malgrado le centinaia di migliaia di euro investiti in avvocati, consulenti ed amministratori esperti, non sono stati in grado di togliere un ragno dal buco.
Sono passati tre anni da quando Galaxy vinse la famosa gara con un progetto che prevedeva l’allungamento della pista ed un obiettivo di 500.000 passeggeri e malgrado il
presidente Machetti continui a sbandierare “un nuovo progetto di adeguamento dell'aeroporto ad impatto zero” ancora nessuno sa di cosa si tratta.
Il solo dato certo, che Machetti avrebbe dovuto spiegare, è come mai nel 2009 le perdite di gestione ammontano a circa 2.200.000 euro e perché sono raddoppiate rispetto al 2008.
Quando fu eletto Presidente dichiarò pubblicamente di non conoscere le perdite di gestione del 2008 ed ora fa finta di non conoscere quelle del 2009, non ne parla forse perché teme la reazione della popolazione stanca dello sperpero di danaro.
Dei buchi di bilancio non si preoccupa perché ha ancora molti soldi da spendere ma non vorremmo essere cattivi profeti se diciamo che una volta raschiato il barile torneranno tutti a casa.E’ finita l’epoca in cui il Fondo di Sviluppo, alimentato dalla Fondazione, ripianava i debiti con operazioni trasversali con gli enti locali.
Rispetto all’uscita del Comune di Siena, il sindaco in una intervista pubblicata sulla rivista bimestrale ( Maggio-Giugno) della Confindustria di Siena, Arezzo e Grosseto annuncia di aver fatto una ricognizione ed individuato tre società da dismettere tra cui l’Aeroporto di Siena che per lui è ”strategico per eliminare l’isolamento di cui soffre questa parte della Toscana , ma non ritengo più utile la presenza del Comune nella compagine societaria”. Quindi, se il Comune di Siena lascia non dipende dalle norme (decreto Bersani e legge finanziaria 2008) ma dal fatto che non ritiene più utile la presenza nella società aeroportuale.
La stessa volontà l’aveva più volte espressa il presidente della Provincia alla vigilia delle elezioni.
Allora è il caso di dire che quando la nave affonda i topi scappano.
Forse è il caso di ricordare che nel comunicato stampa del 28/02/2008 del presidente della Provincia Ceccherini e dei sindaci Cenni e Masi era scritto: “Le tre istituzioni, così come previsto dalla legge, rimangono nella compagine sociale dell’aeroporto a garanzia della collettività con una quota non inferiore al quinto del capitale e intendono partecipare all’aumento di capitale della Società Aeroporto di Siena spa, che sarà nell’ordine, assai ridotto rispetto a quanto dibattuto in questi mesi, di 20 milioni di euro”. Evidentemente non vogliono più garantire la collettività ed a loro poco importa del futuro dell’aeroporto. Prima combinano i guai poi se ne vanno.
Il Comitato invece rimane per vigilare che su Ampugnano non vengano commessi gli stessi errori del passato e per impedire che interessi di pochi prevalgano su quelli della comunità.
Per questo attendiamo che il presidente Machetti presenti ufficilmente e non solo ai propri sostenitori, il tanto annunciato nuovo progetto, senza la pretesa di dire che tutto è già deciso perché altrimenti saremmo nella stessa condizione di tre anni fa.
Per il “Comitato contro l’Ampliamento di Ampugnano”
Giorgio Zamperini
Serena Cesarini Sforza
Maria Degli Innocenti
Forse tanta tranquillità deriva dal fatto che lui è stato nominato solo nel 2009 e che le vicende sulle quali sta indagando la Procura risalgono al 2007 e che quindi non lo riguardano (bella solidarietà con i suoi predecessori) senza riflettere che quelle vicende caleranno come un macigno su tutta la compagine societaria.
Per Machetti, l’uscita di Galaxy dal pacchetto azionario dell’aeroporto era prevista in quanto afferma: "Sapevamo fin dall'inizio che la presenza del Fondo Galaxy Management Service all'interno della nostra compagine societaria sarebbe stata un'operazione a tempo e che sarebbe servita soprattutto nella fase di sviluppo dell'infrastruttura". Che si trattasse di una presenza limitata nel tempo era noto soprattutto al Comitato che sin dall’inizio ha denunciato quest’aspetto come un forte elemento di criticità di tutta l’operazione finanziaria. Quando il Comitato indicava nel 2013 il termine entro il quale Galaxy sarebbe uscita dalla compagine societaria tutti gli amministatori locali si sbracciavano a ripetere che Galaxy non sarebbe mai andata via. Ora affermano il contrario invece di spiegare i veri motivi per cui Galaxy ha deciso di andarsene.
Galaxy se ne va perché non sono stati capaci di ottenere la concessione totale dal Ministero entro il 2010 come prevedeva il famigerato accordo societario fra soci pubblici e privati.
Se ne va perché quella concessione non la otterranno mai se continuano a ritenere corretta la procedura di privatizzazione e la gara oggetto di indagine della Procura.
Se ne va anche per l’opposizione tenace del Comitato che ha evidenziato e denunciato in modo puntuale tutte le malefatte di chi ha voluto e gestito l’operazione, ma anche perché malgrado le centinaia di migliaia di euro investiti in avvocati, consulenti ed amministratori esperti, non sono stati in grado di togliere un ragno dal buco.
Sono passati tre anni da quando Galaxy vinse la famosa gara con un progetto che prevedeva l’allungamento della pista ed un obiettivo di 500.000 passeggeri e malgrado il
presidente Machetti continui a sbandierare “un nuovo progetto di adeguamento dell'aeroporto ad impatto zero” ancora nessuno sa di cosa si tratta.
Il solo dato certo, che Machetti avrebbe dovuto spiegare, è come mai nel 2009 le perdite di gestione ammontano a circa 2.200.000 euro e perché sono raddoppiate rispetto al 2008.
Quando fu eletto Presidente dichiarò pubblicamente di non conoscere le perdite di gestione del 2008 ed ora fa finta di non conoscere quelle del 2009, non ne parla forse perché teme la reazione della popolazione stanca dello sperpero di danaro.
Dei buchi di bilancio non si preoccupa perché ha ancora molti soldi da spendere ma non vorremmo essere cattivi profeti se diciamo che una volta raschiato il barile torneranno tutti a casa.E’ finita l’epoca in cui il Fondo di Sviluppo, alimentato dalla Fondazione, ripianava i debiti con operazioni trasversali con gli enti locali.
Rispetto all’uscita del Comune di Siena, il sindaco in una intervista pubblicata sulla rivista bimestrale ( Maggio-Giugno) della Confindustria di Siena, Arezzo e Grosseto annuncia di aver fatto una ricognizione ed individuato tre società da dismettere tra cui l’Aeroporto di Siena che per lui è ”strategico per eliminare l’isolamento di cui soffre questa parte della Toscana , ma non ritengo più utile la presenza del Comune nella compagine societaria”. Quindi, se il Comune di Siena lascia non dipende dalle norme (decreto Bersani e legge finanziaria 2008) ma dal fatto che non ritiene più utile la presenza nella società aeroportuale.
La stessa volontà l’aveva più volte espressa il presidente della Provincia alla vigilia delle elezioni.
Allora è il caso di dire che quando la nave affonda i topi scappano.
Forse è il caso di ricordare che nel comunicato stampa del 28/02/2008 del presidente della Provincia Ceccherini e dei sindaci Cenni e Masi era scritto: “Le tre istituzioni, così come previsto dalla legge, rimangono nella compagine sociale dell’aeroporto a garanzia della collettività con una quota non inferiore al quinto del capitale e intendono partecipare all’aumento di capitale della Società Aeroporto di Siena spa, che sarà nell’ordine, assai ridotto rispetto a quanto dibattuto in questi mesi, di 20 milioni di euro”. Evidentemente non vogliono più garantire la collettività ed a loro poco importa del futuro dell’aeroporto. Prima combinano i guai poi se ne vanno.
Il Comitato invece rimane per vigilare che su Ampugnano non vengano commessi gli stessi errori del passato e per impedire che interessi di pochi prevalgano su quelli della comunità.
Per questo attendiamo che il presidente Machetti presenti ufficilmente e non solo ai propri sostenitori, il tanto annunciato nuovo progetto, senza la pretesa di dire che tutto è già deciso perché altrimenti saremmo nella stessa condizione di tre anni fa.
Per il “Comitato contro l’Ampliamento di Ampugnano”
Giorgio Zamperini
Serena Cesarini Sforza
Maria Degli Innocenti