"Parli di me, documentandosi, però"
SIENA. “E’ mio dovere, anche nel rispetto dell’incarico che pro-tempore sono stato chiamato a svolgere, diffidare fermamente te e chiunque altro del perseverare nella diffusione di giudizi palesemente falsi e lesivi della mia onorabilità, del mio impegno politico e istituzionale, della mia storia”. E’ con queste parole che scrivo a Simone Vigni, dirigente organizzativo dell’unione comunale del Pd di Siena. “Non esprimo giudizi sulla tua persona – continua la mia diffida – perché ti conosco appena di vista. Se vuoi parlare di me sei pienamente autorizzato, documentandoti, però, prima sull’attendibilità dei fatti che mi attribuisci. Disposto a pubblici confronti dove vuoi, con almeno 5000 presenti. Se ti disturba il confronto, con disappunto, dovrò disturbare qualche avvocato, perché si ristabilisca la verità su fatti e circostanze, con ampia facoltà di prova da parte tua”. Nella diffida mi riferisco a comunicati stampa a firma di Simone Vigni pubblicati dal mese di settembre fino ad oggi sulla stampa senese e regionale nei quali ravviso “ancora una volta la pervicace volontà di coinvolgere la mia persona, che comunque è una, singola, autonoma e non interagibile né fungibile con alcuno, in una questione che mi ha visto certo partecipe, in qualità di iscritto al PD di Siena, ma solo ed esclusivamente al fine di favorire una riconduzione della questione amministrativa senese nell’alveo della piena legalità e della legittimità degli atti e delle procedure. Una volontà anche manifestata da chi, come te, uso peraltro all’insulto, riveste incarichi dirigenziali (ancorché non di natura elettiva, ma meramente fiduciaria del segretario) nell’organizzazione territoriale del Partito di cui sono socio e fondatore”.
Un partito che si trova davanti alla sfida delle elezioni a Siena che si vincono soltanto tutti assieme. Se qualcuno immagina di poter andare da solo si sbaglia. Serve una sintesi politica che guarda al futuro, consapevole delle responsabilità del passato. Dobbiamo ancora capire perché l’ex Sindaco di Siena è fuggito abbandonando il Comune nella mani del Commissario. Perché la tanto acclamata discontinuità si è tradotta in persone che, con una ossessiva continuità nella gestione, oggi si pongono come unici padroni della Città. Con il risultato di far pagare la distruzione di un patrimonio costruito a Siena in 500 anni soltanto ai lavoratori che, con un furbesco trabocchetto, non verranno licenziati dalla banca MPS subito ma questo sgradevole compito sarà lasciato domani al servitore sciocco di turno.
Per superare la crisi politica, economica e sociale che investe Siena dobbiamo essere uniti e selezionare la migliore classe dirigente e i migliori amministratori. Che non potranno essere che nuovi. Non possiamo commettere l’errore di partire dal passato né lontano né recente, perché ha già avuto la sua opportunità e l’ha bruciata. Chi ha fatto autocritica, avendo ammesso di avere gestito tutto negli ultimi dieci anni e di avere sbagliato, oggi deve fare un passo indietro. Perché a Siena il PD vuole vincere le elezioni e per farlo serve una novità politica che dimostri di non essere il burattino senza fili di qualcun altro.
Per superare la crisi politica, economica e sociale che investe Siena dobbiamo essere uniti e selezionare la migliore classe dirigente e i migliori amministratori. Che non potranno essere che nuovi. Non possiamo commettere l’errore di partire dal passato né lontano né recente, perché ha già avuto la sua opportunità e l’ha bruciata. Chi ha fatto autocritica, avendo ammesso di avere gestito tutto negli ultimi dieci anni e di avere sbagliato, oggi deve fare un passo indietro. Perché a Siena il PD vuole vincere le elezioni e per farlo serve una novità politica che dimostri di non essere il burattino senza fili di qualcun altro.
Alberto Monaci