"Tutto bene, tutti bravi, ma il titolo MPS, pesantemente criticato dagli analisti anche con importanti tagli ai vari rating, precipita ancora in Borsa, toccando sempre nuovi minimi, e aprendo serie preoccupazioni sull’indebolimento patrimoniale della Banca e della Fondazione MPS, causato soprattutto dalla scriteriata acquisizione di Antonveneta.
Non ci stupisce più la spudoratezza con la quale il management della Banca e della Fondazione, i vertici politici di Siena (compresi alcuni esponenti del centrodestra forse attratti, come sempre, dalle sirene di eventuali nomine) e parte della stampa e dei media (forse apprezzando l’enorme incremento pubblicitario di MPS hanno enfatizzato gli sporadici aumenti del titolo in borsa omettendo invece i pesanti ribassi) cercano inutilmente di difendere l’incauta operazione.
Rimaniamo invece colpiti dalla passività e dall’acquiescenza dei Sindacati, che si associano sorprendentemente ad un ridicolo plauso, forse convinti da motivazioni a noi sconosciute, senza tenere in alcun conto i tanti aspetti dubbi del chimerico piano industriale del MPS, basato su sacrifici certi, la maggior parte a carico dei dipendenti da loro rappresentati, e su benefici sperati.
Vogliamo sottolineare che, comprare una Banca (o una società, una casa o qualsiasi altro bene) al doppio del suo valore, e con soldi di altri, non sia significativo di abilità e capacità, ma possa essere indice di scarsa competenza e sagacia, o, peggio ancora, di un’eventuale partecipazione ad un progetto gestito da soggetti non attenti, in questo caso, agli interessi della Banca MPS.
Facendo due conti veloci sul maggior valore attribuito ad Antonveneta rispetto alla reale valutazione dei mercati, e sulla perdita del settore bancario dal momento della sua acquisizione da parte del MPS, possiamo tranquillamente dimostrare che il management della nostra Banca, in soli sei mesi, ha gettato via ca. 5 miliardi di Euro, da sommare agli altri ca. 5 miliardi bruciati dalla capitalizzazione del titolo MPS; un totale di ca. 10 miliardi di euro (20.000 miliardi delle vecchie lire), appartenenti alla Comunità Senese, mai più recuperabili.
A questo punto non rimane che confidare in un miglioramento della situazione economica internazionale per sperare di uscire da questa delicata situazione nelle quale è stata messa la Banca MPS da un management che non è stato capace di fare corrette previsioni sulle, pur evidenti, prospettive negative dell’economia; una colpa grave per chi, ricoprendo (per noi inopportunamente) alti incarichi, percepisce compensi spropositati, e che non potrà essere sanata nemmeno da un futuro, quanto auspicato e forse fisiologico, recupero di valore del titolo.
Invitiamo la cittadinanza ad un più attento controllo delle proprie peculiari Istituzioni, ad iniziare dalla revisione dei loro Statuti, e, in particolare, dei meccanismi di nomina, oggi basati sull’appartenenza partitica e non sul merito, senza tenere in alcun conto la trasparente selezione delle competenze e delle professionalità, il principio dell'unicità degli incarichi, dell’equità dei compensi, del ricambio dei ruoli e della valorizzazione dei legami con il territorio".
Associazione Culturale Pietraserena – Siena