"Ci ritroviamo un Ente in stato comatoso con risorse insufficienti, servizi al collasso e dipendenti di serie A e B
SIENA. Con la partenza del Segretario Generale verso “migliori lidi” si chiude una delle pagine burocratico/amministrative più buie dell’Ente Provincia di Siena.
Oggi ci ritroviamo un Ente in stato comatoso con risorse insufficienti, servizi al collasso e dipendenti di serie A e B a seconda che gli stessi rimangano sulle funzioni fondamentali dell’Ente (A) o che al contrario essendo su funzioni trasferite dalla Regione Toscana siano in attuazione della Legge 56/2014, con sempre meno risorse e lasciati in una sorta di binario morto in attesa di una locomotiva che ci rimorchi a nuova destinazione.
Non ci sono risorse ma si insiste nel dire che il personale sulle funzioni che rimarranno nella titolarità dell’Ente di Area Vasta è insufficiente.
Intanto sul salario accessorio si è discriminato il personale che verrà trasferito alla Regione per rastrellare tutte le risorse a favore di coloro che rimarranno presso l’ex. Provincia.
Anche l’applicazione degli istituti contrattuali di posizione e di responsabilità vengono assegnati a discrezione anche remunerativa, senza motivazione plausibile alcuna. Le mobilità sono da sempre bloccate sia verso i comuni che verso lo Stato, come degli Uffici delle Agenzie Fiscali, di Arpat e della Asl, ma non per tutti.
I comuni hanno carenza di personale ma le richieste che sono state presentate dai Sindaci sono state paradossalmente rinviate al mittente. Si aprirà un periodo di ulteriori incertezze, dove l’unica speranza è che finalmente venga sottoscritta una convenzione di Segreteria o con il Comune capoluogo o con un’altra Amministrazione Provinciale territorialmente vicina , perlomeno si avrà un beneficio sul bilancio dell’Ente sul fronte della spesa per il personale.
Siamo di fronte ad una assenza preoccupante del potere politico in particolare del Presidente, ma anche del Consiglio Provinciale ed un vuoto assordante della Assemblea dei Sindaci. Oramai si è consolidata l’idea della ineluttabilità degli eventi e della impotenza degli Organi di rappresentanza politica di fronte ai voleri burocratici.
In questa situazione ciò che possiamo sperare è in un atto di coraggio del Presidente che in un impeto di coerenza decida di gettare la spugne e si dimetta, perlomeno toglierà definitivamente l’alibi politico a scelte particolari che sono squisitamente di gestione amministrativa con preoccupanti segnali di dubbia legittimità e che niente hanno a che fare con la pianificazione e la programmazione di un iter istituzionale di per se complicato e senza un futuro per la Provincia.
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