FIRENZE. “La possibile vendita delle azioni al partner privato e la perdita della maggioranza pubblica di una delle più importanti aziende di gestione di servizi pubblici, nella fattispecie la distribuzione di gas metano, della Toscana non può essere fatta in modo “carbonaro” come se non riguardasse le realtà locali, i cittadini e i lavoratori” così esordiscono Filctem Femca Uiltec della Toscana in una nota in merito alla modifica dello Statuto e dei Patti parasociali.
Toscana Energia, l’azienda che gestisce il servizio pubblico di distribuzione del gas in una parte della Toscana (91 i comuni soci ricadenti nelle province di Firenze, Pisa, Prato, Pistoia, Arezzo, Livorno, Grosseto e Siena, compresi i Comuni capoluogo Firenze, Pisa e Pistoia), è attualmente una realtà a maggioranza pubblica partecipata direttamente o indirettamente dagli Enti Locali con un partner privato minoritario, Italgas Reti.
“Filctem Cgil Femca Cisl Uiltec Uil”, continuano i rappresentanti dei lavoratori “ritengono che il modello di collaborazione tra pubblico e privato delineato nello Statuto della Società, con le quote di maggioranza saldamente in mano ai Soci pubblici, riesca a garantire in maniera più appropriata l’interesse dei cittadini e dei territori per un servizio sicuro e di qualità e per un equilibrato sviluppo delle realtà locali.”
I sindacati di categoria considerano infatti “imprescindibile – e il ruolo pubblico di decisione, indirizzo e controllo risulta a questo scopo fondamentale – garantire l’interesse delle comunità locali nei processi di creazione e distribuzione della ricchezza generata dall’ingente mole di investimenti e di attività svolte da Toscana Energia, per le positive ricadute che queste hanno sulle realtà economiche territoriali. Tale obiettivo rischierebbe di essere compromesso dall’operazione sopra richiamata, con un forte depotenziamento della capacità decisionale degli Enti Soci, affinché l’interesse dei cittadini e dei territori risulti sempre prioritario.”
Filctem Femca UIltec si dichiarano inoltre “stupite dal fatto che alcuni Sindaci che, soltanto pochi mesi fa, evidenziavano come soltanto la maggioranza/totalità pubblica nelle aziende di servizi garantisse che il rapporto di forza fra l’interesse pubblico e quello privato fosse paritario e capace di tenere sempre l’interesse dei cittadini e dei territori come prioritario, abbiano cambiato idea e oggi ne rivendichino la privatizzazione come “ossigeno per le casse comunali”.
I sindacati, per finire, ricordano di aver aperto lo stato di agitazione e le procedure di raffreddamento presso le Prefetture interessate anche a seguito di una riorganizzazione imposta dal partner industriale e subita dalle lavoratrici e dai lavoratori di Toscana Energia che viene giudicata non funzionale al miglioramento della qualità e della sicurezza del servizio fornito ai cittadini-utenti e alle imprese.