Il sindacato affronta il tema delle sentenze Mps/Fruendo
SIENA. In questi ultimi giorni i Lavoratori di Fruendo sono stati destinatari di comunicati che, stimolati dalle sentenze dei Tribunali di Siena e di Roma, “fioccavano” l’uno in risposta dell’altro rivendicando i meriti, o supposti tali, delle varie organizzazioni sindacali. Dato l’intervento delle Segreterie Nazionali di alcune Sigle che, per prime, invocavano per Fruendo un contesto esclusivamente aziendale, non possiamo esimerci dall’esprimere anche noi il nostro pensiero sull’argomento in questione. Le recenti sentenze sono contraddittorie fra di loro: una, a Siena, a favore dei lavoratori sulla non sussistenza del ramo d’azienda, l’altra, a Roma, che motiva il giudizio negativo sulle richieste dei dipendenti citando “la firma apposta in premessa dai sindacati”.
In alcuni comunicati si rivendica il ruolo del Sindacato quale firmatario di accordi. Ebbene, noi riteniamo che questa visione sia semplicistica e riduttiva in quanto se è vero che il Sindacato non deve “fare il Giudice”, lo stesso Sindacato non dovrebbe fare neppure lo specialista in organizzazione aziendale certificando l’esistenza di un ramo d’azienda; compito certo non pertinente con il ruolo istituzionale del Sindacato proteso a tutelare i Lavoratori tutti. Anzi, talvolta, una eccessiva disponibilità per la ricerca di soluzioni negoziali può confliggere con le rivendicazioni individuali dei diritti da parte dei Lavoratori stessi.
Quale che sia l’interpretazione che viene data alle sentenze del Tribunale di Siena e del Tribunale di Roma, resta un dato di fatto che sono stati compiuti degli errori con la firma dell’accordo del 21 dicembre 2013. La storia ci insegna, poi, che il risparmio di 40 milioni all’anno ottenuto con l’esternalizzazione di oltre mille colleghi è irrisorio di fronte alle reali necessità di patrimonializzazione dell’Istituto: 5 miliardi al posto del miliardo ventilato al momento della firma cui se ne aggiungeranno forse altri 3.
A nostro avviso, sbaglia Chi sostiene di aver salvato il Monte con quella firma. Così come sbaglia ancora Chi sostiene che il reintegro dei Lavoratori esternalizzati potrebbe arrecare danno ai Lavoratori stessi.
Di fronte ad un esito negoziale – a nostro avviso – negativo, abbiamo preferito non firmare l’accordo. Soprattutto, per non abdicare al nostro ruolo di tutelare i Lavoratori e i loro diritti. Il Sindacato non deve necessariamente fare accordi a tutti i costi. Non sentiamo assolutamente la necessità di affermare la nostra esistenza sostituendo alla forza delle idee un atto autografo che lasci traccia sulla carta. Con una specie di cartesiano “firmo ergo sum”.
SINFUB è un’importante realtà in Fruendo. Ben venga un tavolo comune. Abbiamo la forza per contrastare ogni forma di subalternità o di sudditanza, anche psicologica, nei confronti dell’Azienda. Siamo convinti, ed il nostro successo in termini di iscritti lo dimostra, che occorre schierarsi senza remore sempre dalla parte dei Lavoratori con chiarezza, trasparenza e coerenza.
E la coerenza alla lunga premia sempre Chi la pratica.
Sinfub Regione Toscana – il coordinatore Bianchi L.