I sindacati di categoria minacciano lo stato di agitazione se la Regione non chiarisce
FIRENZE. Sanità Toscana elogiata e in vetta alle classifiche nazionali dei benchmark qualitativi. Una bella immagine, che per gli operatori del servizio sanitario pubblico si scontra però con un peggioramento progressivo delle condizioni di lavoro.
E’ pur vero che la Legge di Stabilità 2018 conferma il tetto di spesa per il personale del Servizio Sanitario Nazionale nel limite della spesa del 2004 meno l’1,3%, ma è inaccettabile che la Regione scarichi questa situazione, ancora una volta, sul personale del comparto che peraltro già oggi lavora in condizioni di grande difficoltà mentre, anche nella nostra regione, fioccano le consulenze ed esplode la spesa per il lavoro interinale.
Così non si va da nessuna parte. Aumenta il rischio clinico nei reparti e il personale è esasperato. A questo si aggiunga che la spesa farmaceutica, lungi dall’essere diminuita, appare sempre più fuori controllo.
Intanto si chiamano a livello aziendale i sindacati e si paventano pre-dissesti. Noi vorremmo sapere piuttosto, con esattezza e con numeri certificati, di quanto è cresciuta la spesa a vantaggio delle case farmaceutiche. E’ possibile che da anni si continui a far crescere queste voci di spesa mentre il personale, con un blocco degli stipendi da 8 anni, debba ancora una volta essere chiamato a pagare il conto?
Noi vorremmo sapere con esattezza come si spendono le risorse per il personale. Pretendiamo che si investa per assumere dove ce n’è bisogno, ovvero sugli operatori che, in prima linea, garantiscono il funzionamento dei servizi ai cittadini, cominciando dal mantenere gli impegni sulla stabilizzazione del personale precario che, in questi anni, ha dato un contributo importantissimo al sistema sanitario toscano. Questo ed altro noi vorremmo sapere dalla giunta regionale e dall’assessore competente.
In assenza di una rapida riapertura del tavolo e risposta su questi temi ci vedremo costretti, nostro malgrado, ad aprire lo stato di agitazione ed una mobilitazione forte su un tema così delicato e che da troppo tempo continua ad essere sottovalutato.
Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl