"Un nuovo sindacato autonomo e di base", dicono i fondatori
ROMA. E’ nato a Roma, dopo anni di lotte e contrasti – dichiarano i soci fondatori – nel settore con esperienze sindacali diverse, l’Unione Lavoratori Sanità un sindacato nazionale autonomo e di base che intende rappresentare la classe lavoratrice del sistema sanitario italiano. Nel quadro complessivo di arretramenti e sconfitte susseguitesi negli anni per le lavoratrici e i lavoratori della sanità pubblica e privata, tutte le conquiste e i diritti sono stati messi gradualmente in discussione in nome di politiche di tagli e contenimento della spesa, prediligendo in molti casi il profitto dei datori di lavoro rispetto alle condizioni lavorative e al diritto sancito dall’art.32 della Costituzione italiana per una sanità gratuita e universalistica.
La nostra Organizzazione vuole far superare le differenze tra i lavoratori e unire le forze per affrontare in maniera efficace le problematiche presenti nel mondo del lavoro, conducendo una vera lotta per garantire il diritto universale alla salute e soddisfare gli interessi degli operatori della sanità, rivendicando più diritti e salario. Siamo convinti che il sindacalismo autonomo libero e di base possa superare, con l’unione e la partecipazione dei lavoratori, quell’essere fenomeno locale e ristretto per estendersi e unirsi a livello nazionale, scegliendo il conflitto e la lotta come strumento per avere un ruolo incisivo nei cambiamenti politico e sociali che si stanno verificando.
L’ULS nasce per dare voce alla base dei lavoratori, per ridare dignità sicurezza e libertà a tutte e a tutti. Non crediamo – concludono i soci fondatori – al frazionamento sindacale delle varie categorie degli operatori sanitari perché reputiamo che unendo le forze di ogni professionista, dalla dirigenza medica al comparto e a tutti quei lavoratori che esercitano in ambito sanitario, tenendo conto dei problemi che riguardano le singole categorie, si possano porre le basi per fronteggiare i tagli di spesa, i comportamenti datoriali, le violazioni e l’attacco continuo ai diritti dei lavoratori. L’unico sostegno che abbiamo è il contributo degli iscritti e alcune forme di autofinanziamento per rimanere slegati e liberi sempre e comunque da logiche di potere. Non accettiamo contributi dai datori di lavoro, dai governi e dai partiti per poter esprimere liberamente le istanze che nascono dalla base organizzata sui luoghi di lavoro e dalla società attraverso i mezzi a disposizione previsti.