SIENA. Dalla segreteria provinciale S.I.U.L.P Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Grazie all’incessante attività del Siulp nella tutela dei diritti dei colleghi è stato ottenuto un risultato di straordinaria importanza. Si tratta della vicenda che ha interessato un giovanissimo collega al quale il Ministero dell’Interno aveva, ingiustamente, negato la concessione del diritto invocato, in quanto genitore di un neonato, ad essere assegnato per tre anni nella sede di servizio più prossima a quella in cui il minore e l’altro genitore hanno stabilito la dimora di famiglia.
Un diritto, quello contemplato dall’art. 42 bis del D. Lgs. 151/2001, che invero l’Amministrazione nega sistematicamente adducendo pretestuose esigenze di servizio o carenze di organico nella sede presso cui il dipendente è effettivo.
Ed è appunto questo quello che è successo all’iscritto al Siulp di Siena quando si è visto rigettare, con motivazioni inconsistenti, l’istanza presentata nel lontano dicembre del 2021.
Il Siulp di Siena ha schierato un team di esperti, guidato dall’avvocato Mariagrazia Rua affiancato da alcuni nostri quadri sindacali che, da anni studiano la materia e l’evoluzione della giurisprudenza. Ed è proprio grazie a questa sinergia di competenze che, dopo un defatigante percorso processuale durato quasi due anni, il nostro collega è finalmente riuscito ad ottenere giustizia con l’assegnazione vicino alla dimora famigliare da dove potrà, per i prossimi tre anni, svolgere appieno il proprio ruolo genitoriale come la legge prevede.
La battaglia legale è stata durissima, anche per il comportamento inqualificabile tenuto dall’Amministrazione, che ha visto il collegio del TAR di Firenze infliggere all’Amministrazione una severissima condanna al pagamento di 4 mila euro di spese legali. Una somma davvero inconsueta per questo tipo di contenziosi, indicativa della valutazione estremamente negativa dell’operato della parte pubblica. Ma nemmeno questa pesante riprovazione ha indotto a miti consigli il Ministero dell’Interno, tanto è vero che, dopo aver fatto trascorrere il termine perentorio di 30 giorni indicato dal Tar di Firenze per dare esecuzione coattiva all’assegnazione del ricorrente alla sede
richiesta, l’Amministrazione ha cercato di paralizzare l’effetto della sentenza di primo grado chiedendone la sospensione al Consiglio di Stato. Mal gliene incolse, atteso che il giudice dell’appello, condividendo l’impostazione dei giudici territoriali toscani, ha non solo respinto il ricorso del Ministero, ma ancora una volta ha ritenuto di censurare la temerarietà del comportamento dell’Amministrazione infliggendo una ulteriore condanna al risarcimento delle spese legali, liquidate in misura di 1500 euro.
La pretesa di presentarsi all’opinione pubblica con lo slogan “Polizia tra la gente”, abitualmente somministrato all’opinione pubblica, appare insomma stridere con la siderale distanza a cui vengono tenuti i poliziotti.
Un sintomo di quanto, nonostante gli oltre 40 anni trascorsi dal varo della riforma della Pubblica Sicurezza, il Siulp rappresenti un irrinunciabile presidio di garanzia del rispetto della legalità nel rapporto di lavoro e dei diritti dei lavoratori della Polizia di Stato”.