Lavoratori critici con i vertici nazionali confederali sulla gestione della crisi dello stabilimento di Napoli
SIENA. Da Rsu Cobas Lavoro Privato della Whirlpool di Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Care colleghe e cari colleghi, con questo documento volevamo esprimere la nostra posizione circa la giornata di sciopero di Venerdi’ 17 Luglio indetta dal Coordinamento Nazionale FIM — FIOM e UILM del gruppo Whirlpool. Pur mantenendo intatta ed immutata la nostra solidarietà e attiva vicinanza alla lotta dei colleghi Napoletani, tuttavia non possiamo fare a meno di far notare che le strategie finora messe in campo dai vertici Nazionali Confederali si stanno rivelando, nonostante i tremendi sacrifici dei colleghi del sito di Napoli, inefficaci e non corrispondenti ad una corretta visione della realtà.
Dopo un’ iniziale equivoco, in cui fu fatto credere che la vertenza si potesse risolvere grazie al carisma di un ministro, viene fuori successivamente che il Governo non ha strumenti di nessun tipo per costringere la Whirlpool a rispettare i propri impegni. Ebbene, nessuno ha avuto il coraggio di toccare uno dei nodi principali del problema e cioè, se il Governo non ha strumenti LI CREI ATTRAVERSO DECRETI IMMEDIATI e SUCCESSIVE LEGGI DA APPROVARE IN PARLAMENTO. I Confederali vogliono da Whirlpool il rispetto degli impegni e la piena saturazione degli stabilimenti Italiani. Siamo assolutamente d’ accordo con loro! Peccato che anche stavolta non esiste nessuna legge che obblighi Whirlpool al rispetto degli impegni presi e nessun giudice potrà mai condannare la multinazionale americana per questo. Non è stata presa in considerazione nemmeno per un minuto l’ ipotesi di una riconversione dello stabilimento di Napoli e con qualche ragione, visto ad esempio la vicenda Embraco.
Tuttavia quella squallida vicenda a nostro avviso non deve diventare ” la foglia di fico” per non prendere in esame assieme a tutto il resto questa prospettiva che, se condotta onestamente, porterebbe alla salvezza dei posti di lavoro del sito di Napoli, salvezza occupazionale che dovrebbe essere al primo posto nei pensieri di ogni organizzazione sindacale. La garanzia occupazionale – da contrapporre ai soggetti privati che potrebbero, lasciati senza nessun controllo, fare e rapinare a loro piacimento – dovrà darla lo stato entrando a pieno titolo nella nuova società, magari attraverso la Regione Campania che sbandiera da tempo aiuti pari a 20 milioni di Euro e che potrebbe con quel capitale entrare nella partita con assoluto rilievo. Le buone lotte si fanno e si vincono solo se dai rapporti di forza scaturisce nella politica la volontà di fare qualcosa di veramente concreto per risolvere i problemi, che insomma non siano le solite elargizioni di danaro a pioggia senza alcuna garanzia.
Per tutte queste ragioni, pur a malincuore, non aderiremo allo sciopero che peraltro non ci ha visti coinvolti dal coordinamento Nazionale Sindacale, ma per il RISPETTO ASSOLUTO verso i colleghi di Napoli lasciamo comunque ai nostri iscritti e simpatizzanti la PIENA LIBERTA’ di SCIOPERARE in solidarietà con gli straordinari colleghi partenopei, ai quali va il nostro più affettuoso e fraterno abbraccio”.