MANTOVA. Dalla Rsa Fisac Mantova riceviamo e pubblichiamo.
“Fruendo continua a non mantenere gli impegni presi con la sottoscrizione del CIA e con l’accordo sul Fondo,
portando come giustificazione sempre il solito “tormentone” delle cause in corso. Questo è sindacalmente inaccettabile, un tentativo, anche goffo, di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri e VA RESPINTO CON FERMEZZA.
Non si può in alcun modo far passare il discorso “in fondo bisogna capirli”, perché non c’è nulla da capire, gli impegni presi SI RISPETTANO!
Se si accetta il principio che tutto ciò che si stabilisce al tavolo sindacale è comunque ALEATORIO e CONDIZIONATO al buon esito dei progetti legali dell’azienda, allora si torna indietro di 4 anni e non ha più
alcun senso andare a trattare con la delegazione aziendale.
In questi ultimi mesi si è voluta dare l’immagine di un’azienda “normale”, e le OOSS hanno fattivamente
collaborato per costruire, anche se con notevole fatica, un clima di minore conflittualità, ma è necessario che l’azienda sia consapevole che basterebbe poco per vanificare quanto fatto finora.
L’impegno a colmare i vuoti di organico lasciati dai colleghi che hanno aderito al Fondo di Solidarietà, va perciò mantenuto, non ci saranno deroghe oltre quelle, già ampie, che sono state concordate, ed è giusto sottolinearlo, IN UN SECONDO TEMPO.
La violazione palese di quanto previsto dall’art. 34 del CCNL, (oltre che del CIA), sul numero dei lavoratori a tempo determinato presenti in azienda, è solo una delle tante “anomalie” che non possono più essere sottaciute e tollerate, ma vanno semmai denunciate con decisione e contrastate adeguatamente.
Per non parlare della ventilata possibilità (detta a mezza bocca dalla delegazione aziendale) di discriminare le risorse in base al parametro “in causa” – “non in causa” sui temi della formazione e dei percorsi di carriera, cosa che non si era mai avuto il coraggio di esternare finora.
Ancora una volta si deve purtroppo constatare la debolezza del tavolo sindacale, diviso tra le diverse posizioni perfino all’interno delle stesse sigle, perché certamente questi atteggiamenti aziendali avrebbero meritato, e meriterebbero, risposte ben più decise di quelle timide palesate al tavolo.
Di fronte a queste evidenti inadempienze la parola deve necessariamente tornare ai lavoratori che, a quanto pare è opportuno ricordarlo, sono quelli che le OOSS rappresentano”.