Guggiari (CGIL Siena) su infrastrutture, turismo e sviluppo:
SIENA. Ore 7,38 di un normale giorno di lavoro della scorsa settimana. Vado a Siena con l’auto da Poggibonsi, percorrendo il raccordo Firenze-Siena. Poco dopo l’uscita di Monteriggioni trovo un’inconsueta fila di macchine ed altri mezzi di trasporto. Qualche secondo dopo siamo completamente bloccati. Guardo le notizie sui social approfittando della sosta e per impiegare il tempo in attesa di ripartire. Mi accorgo che qualcuno era incappato nella stessa fila 30 minuti prima di me e, forse, è ancora là davanti ad attendere che qualcosa si sblocchi. In almeno 30 minuti nessuno ha pensato di chiedere di deviare il traffico sulla Cassia: siamo rimasti lì per 40 minuti poiché oltre ai cantieri aperti era avvenuto un incidente.
Credo che quello che sta succedendo sulla ‘Palio’ sia veramente sconcertante. Bene che dopo svariate proteste siano stati recuperati i soldi per interventi non più rinviabili, ma rimangono enormi interrogativi, che ripropongo. Perché le unità lavorative impiegate nei cantieri insieme alla scarsezza di macchine sono sempre pochissime? Come mai i tempi di realizzazione delle opere sono così lunghi? Sono solo l’effetto del rispetto dei tempi tecnici necessari? Quanto durano le opere realizzate? C’è qualcuno che controlla la loro qualità? Perché non ci si lavora la notte, come converrebbe per ridurre il disagio su un’arteria essenziale, soprattutto in un periodo di alta stagione turistica?
A proposito di turismo e di sviluppo che ovviamente non sono altra cosa rispetto alle infrastrutture…
Nel poco tempo libero che ho mi dedico alla bicicletta da strada e mountain/trials bike. Insieme a qualche amico facciamo dei percorsi che si rivelano scoperte di posti bellissimi, di aria sana, di colori e suoni unici, di prodotti ineguagliabili. E sempre ci accorgiamo di quante persone, stranieri in particolare ma non solo, a piedi o in bici, sono attratti dalle nostre terre. Perché allora non supportare questa opportunità ancora di più ed ancora meglio? Perché quando si interviene su una strada non si progetta anche un cammino parallelo percorribile in bici o a piedi in grado di collegarci dalle direttrici con le strade che portano nei posti più interni? Sarebbe così sbagliato pensarlo per la ‘Palio’ o per la ‘Due Mari’? Sarebbe così improprio dotare la Francigena di percorsi attrezzati con mappe che segnalino posti di ristoro, fontanelli dell’acqua…? Percorsi che siano manutenuti a dovere, strade anche secondarie che abbiano almeno una semicorsia laterale dove le bici ed i viandanti non rischino costantemente di essere travolti.
Abbiamo una risorsa enorme e ci sono anche a giro per l’Italia delle buone pratiche. Possiamo provare a trasformare in oro ciò che all’estero probabilmente sarebbe già di platino?
Claudio Guggiari, segretario generale CGIL Siena