SIENA. Da Nursing Up Siena – Segreteria Territoriale riceviamo e pubblichiamo.
“Ancora una volta gli interessi di palazzo prevalgono sulle buone scelte di politica sanitaria, e così a meno di un anno dalla sua nascita, l’ambulanza con infermiere a bordo presente a Siena verrà accantonata per ripristinare un secondo mezzo con medico a bordo. Forse sono emerse criticità? Forse i risultati non sono stati soddisfacenti? O forse la cittadinanza ha avuto di che lagnarsi delle prestazioni e degli interventi fatti dagli infermieri? Niente di tutto questo!
Il dottor D’Urso, direttore generale dell’Azienda USL Toscana Sud Est, nell’annunciare il futuro cambiamento (solo per l’area senese), elogia e dichiara in linea con le aspettative l’attività svolta dagli infermieri nell’emergenza territoriale a Siena, ma nonostante ciò, appena ci sarà personale medico “formato” (?), provvederà a sospendere l’ambulanza con infermiere a bordo. Perché? Risposta chiara e franca: perché gliel’ha chiesto l’assessore alla Sanità del Comune di Siena. Senza mezzi termini e senza accampare banali scuse. Incredibile ma vero!
Nessuno degli attori coinvolti è stato informato, tutto è stato deciso a porte chiuse, ignorando completamente la parte sindacale e tutti i professionisti che hanno dovuto apprendere dai giornali che l’organizzazione sarebbe stata modificata, nettamente in controtendenza con quanto sta attuando la Regione in Toscana, dove l’ambulanza con infermiere a bordo è ormai una realtà consolidata e assolutamente sovrapponibile – in termini di performance e qualità del servizio – all’ambulanza con medico a bordo. Tant’è che lo stesso Ministero della Salute li definisce entrambi “Mezzi di Soccorso Avanzato”, l’uno praticamente alternativo all’altro. Non è un caso infatti che nei corsi avanzati di emergenza/urgenza capita sempre più spesso che le docenze siano svolte da infermieri e che tra i discenti vi siano anche i medici.
Nursing Up si chiede allora: perché modificare un modello che funziona, (basta guardare alle realtà grossetana e aretina), dove le professioni si integrano e gli obiettivi di una “Buona Sanità” sono raggiunti attraverso la valutazione di parametri quali efficacia ed efficienza, e non da arbitrarie scelte politiche? Gli infermieri non accettano adesso e mai accetteranno in futuro, di veder mortificato il proprio ruolo e svalutate le proprie competenze, sacrificati sull’altare di logiche che nulla hanno a che fare con la qualità dei servizi e dell’assistenza da erogare alla cittadinanza.
Restiamo in attesa di una risposta”.