"Taglio unilaterale deciso dall’Azienda, mentre l’organico è sotto di 230 unità e quasi un terzo del personale in servizio non è operativo al 100%"
SIENA. “Dal 1° settembre l’erogazione delle prestazioni sanitarie potrebbe essere a rischio a causa della decisione unilaterale dell’Azienda Sanitaria Toscana Sud Est di tagliare il personale interinale in servizio, in un periodo ancora segnato dalle ferie estive: parliamo di circa 110 professionisti che stanno coprendo le assenze programmate del personale di ruolo e il turn over di coloro che hanno cessato il servizio e non sono ancora stati reintegrati in organico”. C’è forte preoccupazione nel sindacato autonomo degli infermieri Nursind, per i rumors alimentati da alcune recenti dichiarazioni.
“Ci risiamo: stiamo assistendo all’ennesimo tentativo di fare cassa sulla pelle dei lavoratori e in particolare di infermieri e operatori sociosanitari”, dichiarano i segretari Nursind delle tre province coinvolte Claudio Cullurà (Arezzo), Danilo Malatesta (Siena), Valentina Galesi (Grosseto).
“Siamo sbigottiti di fronte a questa mossa dell’Azienda. Tanto più che – ricordano i segretari provinciali – solo lo scorso marzo avevamo segnalato la carenza di organico pari a 230 operatori. Senza contare il fatto che un terzo del personale in servizio non è operativo al 100%, l’età media degli infermieri è di 52 anni e il 30% soffre di problematiche fisiche con conseguenti limitazioni.
Stime elaborate a partire da dati forniti dalla stessa Azienda sanitaria – sottolinea il Nursind – . Cosa è cambiato da allora? Se le intenzioni fossero confermate saremmo di fronte a un attentato da parte dell’Azienda verso la sua risorsa principale, i dipendenti, ma anche verso i pazienti, costretti a pagare scelte aziendali incomprensibili.
Ricordiamo infatti che secondo lo studio nazionale RN4CAST pubblicato su The Lancet – proseguono i rappresentanti sindacali – ogni volta che il rapporto pazienti-infermiere è inferiore o uguale a 6:1 la mortalità diminuisce del 20% nelle medicine e del 17% nelle chirurgie. Inoltre, la riduzione della mortalità è pari al 30% quando almeno il 60% del personale assistenziale possiede una formazione specifica infermieristica. Gli studi dimostrano che l’aumento di questo rapporto, passando da un infermiere ogni sette pazienti, accresce del 6% la mortalità e del 23% le cure mancate.
Nonostante questo, nei territori di Arezzo, Siena e Grosseto si va nella direzione di tagliare il numero degli infermieri. Come Nursind lanciamo un monito all’Asl Toscana Sud Est: non prendetevi gioco dei lavoratori della sanità. Siamo pronti a chiedere la mobilitazione generale di tutti gli operatori, riaprendo se necessario lo stato di agitazione”, concludono Cullurà, Malatesta e Galesi.