Il giudizio della Cgil Siena sulla legge di stabilità è negativo
SIENA. Una legge di stabilità, quella presentata ieri dal governo, che rappresenta ancora una volta l’idea di società classista dove il lavoro non viene adeguatamente considerato. Non solo sottolinea l’attacco profondo alle condizioni di lavoro nel pubblico impiego ma, con l’elemosina prevista per il rinnovo del contratto nazionale e l’intervento addirittura attraverso voucher sulla contrattazione aziendale, rafforza l’indirizzo all’eliminazione in generale di quello strumento.
Mentre si reperiscono risorse per azzerare le tasse sulle abitazioni indistintamente rispetto al fatto che siano di lusso o meno e addirittura si pensa di eliminarle anche sulle seconde e terze case, non si sostiene un’adeguata e necessaria riforma dell’attuale sistema previdenziale. Si continua a penalizzare fortemente le donne che oberate da incombenze familiari decidono di uscire prima dal mondo del lavoro, non si immettono elementi di flessibilità in uscita che potrebbero e dovrebbero sia nel privato che nel pubblico favorire occupazione giovanile e rispettare le condizioni di lavoro non sostenibili a 70 anni di età, non si definisce il problema degli esodati nella sua interezza, non si reintroducono ammortizzatori sociali che possano accompagnare adeguatamente alla pensione, non si interviene sulla rivalutazione degli assegni pensionistici dopo anni che hanno segnato un forte impoverimento dei pensionati e delle loro famiglie e solo parzialmente si recupera con l’innalzamento della soglia di esenzione, non si riducono le pensioni d’oro.
Oltretutto si mistifica l’intervento sullo stato sociale, leggasi sanità. Quello che viene presentato come addirittura un incremento del fondo in realtà, visto l’aumento stimato dei fabbisogni, si configura come un ulteriore pesante taglio che influirà sulle condizioni di accesso ai servizi da parte dei cittadini al pari dei tagli lineari che continueranno. Si distribuiscono assistenze alla povertà e si incentiva il reddito d’impresa in modo indistinto. Non si sostiene un’adeguata lotta all’evasione, anzi si definiscono condizioni che la possono incentivare attraverso l’innalzamento a 3.000 euro della soglia per i pagamenti in contanti.
Una politica basata su nuovo deficit e su condizioni che ancora l’Europa deve avallare e che non definiscono nessuna strategia di sviluppo sostenibile. Un’ennesima prova di come si sia di fronte ad un attacco planetario alle condizioni sociali dei meno abbienti.
Localmente poi, dopo l’affidamento del servizio di raccolta e spazzamento dei rifiuti in area vasta che, a dispetto degli obbiettivi previsti di efficientamento e risparmio, sta garantendo un servizio peggiore e maggior costi ai cittadini, ora assistiamo all’iter della gara unica regionale sul servizio di trasporto pubblico su ruota: ci dobbiamo aspettare lo stesso risultato? Il prezzo da pagare sarà un’altra volta l’innalzamento in questo caso del costo del biglietto? O la drastica riduzione occupazionale degli addetti? Vorremmo leggere un’altra storia, per favore.
Claudio Guggiari, segretario provinciale CGIL Siena