“Chiusura estiva di uno dei due punti di emergenza a Siena per carenza di personale”
SIENA. Nell’ambito dello stato di agitazione proclamato nel Marzo scorso dalle sigle sindacali rappresentative della totalità dei medici di emergenza nella USL Toscana Sud Est, sospeso a seguito delle apparenti aperture mostrate dalla direzione generale e ripreso in questi giorni per il totale fallimento delle procedure di concertazione messe in campo nei mesi scorsi, appare quantomeno irrituale il tentativo messo in atto dal direttore generale Dott. Desideri di incontrare comunque separatamente alcune OO.SS. all’indomani della richiesta di mediazione rivolta alla Prefettura, atto oggettivamente delegittimante l’Intersindacale Sud-Est. Nel merito di quanto dichiarato alla stampa dal Dott. Desideri sembra poi notevole l’artificio contabile in base al quale viene annunciato l'”incremento di 15 unità” mediche, quando si tratta in realtà della stabilizzazione di personale che lavora già da anni nel sistema come precario, e che non basta neppure ad assicurare il turnover.
La direzione dovrebbe rendere ragione ai cittadini del fatto che, per la prima volta da quando è stato costituito il 118, Siena subirà nei mesi estivi la chiusura di almeno uno dei due punti di emergenza medicalizzati per la carenza di personale medico, senza contare le innumerevoli postazioni mediche scoperte nel grossetano. Questo nonostante una spesa per straordinari e produttività aggiuntiva mai osservata prima, e proprio nel periodo in cui la popolazione, tra palio e turismo, aumenta sensibilmente. E con una macroscopicamente errata proiezione di risparmio (Prot 33/DEU) che dimostra l’inattendibilità di tale proposta riorganizzativa sul 118.
Ancora stupefacente appare la prassi di “eludere” le norme sulla redazione delle procedure operative come quella sui trasporti secondari, ritirata dall’azienda a seguito delle osservazioni provenienti da sindacati medici, infermieri, volontariato, e trasformata in “circolare” a firma del direttore della centrale 118 e quindi imposta comunque tale e quale. Altro trucco di prestidigitazione con cui si aggirano i problemi invece di risolverli. Le scriventi organizzazioni sindacali prendono quindi atto della inadeguatezza dell’interlocuzione aziendale fin qui manifestata, rinviando ogni ulteriore confronto, salvo sostanziali novità, di merito e metodo, alle sedi idonee (il tavolo del Prefetto), auspicando ancora una volta un netto cambio di direzione nell’unico interesse della salute dei cittadini.