ROMA. Alcuni articoli di stampa riportano che Lega e Movimento 5Stelle hanno chiesto il passaggio totale di MPS sotto lo Stato. Il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, commenta: “Se ciò che è stato riportato fosse confermato, voglio ribadire che la Uilca, da sempre, ha chiesto ai partiti politici di stare fuori dalla gestione del sistema creditizio italiano. Inoltre sono stupito da certe dichiarazioni di esponenti politici che, quando erano all’opposizione, hanno sempre sostenuto le nostre tesi riguardo la non commistione del mondo politico con quello di gestione degli istituti bancari”.
“Ricordo a tutti i disastri commessi in passato – sottolinea Masi – prima dalla Lega con la gestione di Credieuronord e poi dal PD con MPS e Banca Etruria, errori che non vanno ripetuti oggi in un momento così delicato per l’economia del nostro Paese”. “Un deputato pentastellato inoltre – aggiunge Masi – ha chiesto al Ministero dell’Economia di votare per l’azione di responsabilità contro Profumo e Viola, ex vertici MPS, proposta ritenuta inammissibile dal MEF. Ci tengo a sottolineare che già dopo la sentenza dello scorso dicembre, che ha assolto Mussari, Vigni e Baldassarri, nella vicenda dei derivati Alexandria, la Uilca ha dichiarato che si continuava a non far luce sulle operazioni che hanno condotto la banca senese ad una gravissima crisi. Ancora una volta non capiamo di chi siano le colpe, pare che la cosa più difficile nel nostro Paese sia trovare i responsabili delle crisi delle banche”.
“Di una sola cosa siamo certi – conclude Masi -, dal 2009, anno della prima operazione Alexandria con la banca giapponese Nomura, il MPS ha perso migliaia di posti di lavoro, centinaia di filiali chiuse, i lavoratori e le lavoratrici sono stati costretti a migliaia ad aderire ai Fondi per gli esodi, a giornate di solidarietà che hanno decurtato gli stipendi, oltre ad operazioni sul TFR degli addetti, i mancati premi aziendali e i tagli alla contrattazione integrativa. Tutto questo è costato ai dipendenti dell’istituto senese fino ad oggi. E purtroppo non è ancora finita”.