Manifestazione anche a Siena. Chiesto un incontro con il sindaco
SIENA. Da Rsu Tim e SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL riceviamo e pubblichiamo.
“In tutti i paesi d’Europa il settore delle TLC è un traino dell’economia; e in tutti i paesi d’Europa l’ex monopolista è il soggetto industriale trainante di tutto il settore. In Italia questo ruolo lo ha svolto la SIP, poi Telecom Italia e ora TIM.
La storia di questa società è nota e ha fatto arricchire più di un finanziere, senza però riuscire a dotare il paese di un’infrastruttura di rete degna di questo nome. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: siamo tra agli ultimi posti in Europa sul fronte tecnologico e sulla cultura digitale; la digitalizzazione del paese va a rilento; l’abbattimento del digital divide è spesso a carico della collettività; l’assistenza tecnica ai cittadini e alle imprese è tra le peggiori di Europa in relazione ai tempi e alla soddisfazione del cliente. Questa situazione non è frutto del caso, ma conseguenza di scelte politiche sbagliate, come la scelta del Governo di far sviluppare la banda ultralarga all’ENEL, cioè ad un’azienda che non ha la rete; infatti, da nessuna parte del mondo lo sviluppo della rete telefonica viene “appaltata” a chi si occupa di energia, o acqua, o altro. O il rischio che AGCOM decida una separazione della rete da TIM, con la fine industriale di TIM, e con essa dello sviluppo tecnologico nel mondo dell’informatica.
Ecco chiaro ora perché lottiamo: perché TIM è la più importante azienda tecnologica del paese, fondamentale per sviluppare le TLC e l’informatica, cioè il mondo del futuro, che in tutti i paesi produce sviluppo, cultura e posti di lavoro. Difendiamo TIM dagli attacchi del suo management e dalle azioni della politica.
Un management che ha scelto la strada del caporalato, di rinnegare gli accordi a danno di tutti i sacrifici e delle persone che li hanno fatti, di creare un rapporto quotidiano con i lavoratori, fatto di minacce, con l’obbiettivo di tagliare i costi di 1,6 miliardi di euro in tre anni per prendersi 55 milioni di euro di bonus e poi andarsene: arrivano, tagliano, si prendono il bonus e se ne vanno. Dobbiamo impedire questo furto ai danni dell’azienda e dei lavoratori!!!!
La risposta c’è stata forte e immediata e non si fermerà fino a che non si rimette in garanzia lo sviluppo dell’azienda e quindi del paese tutto. Ma se non si riparte dai lavoratori non ci sarà spazio per lo sviluppo, evidentemente né per l’azienda, né per il paese. Quindi:
1) ritiro della disdetta dell’integrativo aziendale
2) un vero piano industriale che punti allo sviluppo;
3) internalizzare le attività di sviluppo dell’infrastruttura di rete
4) investimenti veri per l’abolizione del digital divide e per la banda ultra larga
5) scelte governative di facilitazione delle attività di creazione della banda ultra larga
6) mantenimento dell’unicità aziendale, senza spacchettamenti di strutture”.
ore 15.15 circa: partenza dalla sede Tim di via Ricasoli per dirigersi verso Piazza del Campo
dalle ore 15.30 alle ore 17.30 circa: sit-in in Piazza del Campo