"Nella storia le guerre commerciali hanno sempre portato a conflitti"
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SIENA. “Siamo preoccupati per i dazi Usa? Lo eravamo anche prima. Perchè sono i 24 mesi di calo dell’attività del Pil e della produzione industriale nel nostro Paese… “, afferma il segretario della Cgil Maurizio Landini.
“A quelli che ci raccontano che siamo in un Paese bellissimo, dove va tutto bene, che tutto cresce e che dobbiamo essere contenti, sono due anni che diciamo dove vivono e dove sono. Il problema dei dazi – aggiunge – è pericoloso sotto ogni punto di vista. Vorrei ricordare che nella storia le guerre commerciali hanno sempre portato a conflitti. Tutte le guerre che ci sono state, anche la Prima e la Seconda guerra mondiale, se noi andiamo a vedere, avevano ragioni molto spesso economiche e commerciali. Siamo di fronte alla logica dei dazi. E se ci pensate chi propone i dazi pensa di poter comprare qualunque cosa, dalla Groenlandia a Gaza. E ha un’idea in cui tutto si può comprare e vendere ed è un elemento assolutamente pericoloso”.
“Per quello che riguarda il Paese, noi non siamo in presenza solo di dazi, che è un tema che riguarda tutta l’Europa, ma siamo di fronte a una necessità di scelte di politiche industriali e di investimenti seri. Siamo un Paese, e lo dice Mediobanca non io, che ha visto l’80% degli utili realizzati dalle imprese, dal 2019 ad oggi, anziché essere reinvestiti per creare lavoro, suddivisi tra gli azionisti – aggiunge -. Questo ha determinato una concentrazione senza precedenti della ricchezza, salari bassissimi. E se uno, anziché investire nella sua azienda, si mette i soldi in tasca, allora vuol dire indebolire anche la prospettiva dell’Italia. Quindi è chiaro che quello che ci riguarda, anche per la situazione che affrontiamo, di cambiamento climatico, produttivo, tecnologico, richieda investimenti. Investimenti pubblici e privati, sulla formazione, sulla qualità del prodotto. Finora queste cose non sono venute avanti. Ed è una delle ragioni – conclude – per cui noi stiamo dicendo in modo molto secco che una nazione senza settori strategici rischia di non avere un futuro”.