E qualche giorno fa una nuova aggressione ad un poliziotto
SIENA. Come ogni anno, in questo periodo, da troppi anni ormai torniamo a denunciare all’opinione pubblica e alle istituzioni le carenze strutturali del Carcere di Ranza a San Gimignano, in attesa di una riforma carceraria a tutela del personale e dei detenuti.
Carenza di acqua, acqua potabile, problemi logistici, carenza di personale. Oggi il carcere ospita quasi 400 detenuti, tre quarti dei quali – circa 300 – di massima sicurezza tra ergastoli, 416 bis (reati di mafia), ecc. e un altro centinaio di media sicurezza, persone che devono scontare reati comuni.
Se la nuova “identità” del carcere, mutato lo scorso anno con detenuti in prevalenza di ALTA sicurezza – ed è di fatto l’unico carcere di massima sicurezza in Toscana – ha abbassato la percentuale di incidenti gravi e abbattuto i dati sull’autolesionismo, provando ad avviarsi ad essere un carcere modello, non mancano le difficoltà di gestione e soprattutto quelle lavorative del personale.
Ora i dipendenti effettivamente in servizio sono circa 140 poliziotti penitenziari con diversi ruoli, ma dovrebbero essere 248. Per garantire i turni l’Amministrazione si gira dall’altra parte e non applica neppure la normativa che prevede l’esenzione dal turno notturno per gli ultra cinquantenni con trent’anni di servizio. Presto sarà in scadenza il direttore, che era stato assegnato a Ranza dopo anni di carenze e nomine “fantasma”, quindi nei prossimi mesi potrebbe essere a rischio anche la continuità di una direzione stabile.
Il 1° settembre un poliziotto è stato nuovamente aggredito da un detenuto. Un “ex camorrista”, dopo episodi di resistenza passiva (si gettava a terra dopo la doccia per non rientrare in cella) e ripetute minacce ha “preso a manate” un poliziotto. E’ prontamente intervenuta la Commissione disciplinare mettendo in isolamento il detenuto, non avallando atteggiamenti del genere tenuti solo per ottenere un trasferimento od altri favori.
Questo episodio però rappresenta le difficoltà di tutti giorni nel “gestire” la giusta pena da scontare per chi ha commesso reati, anche gravi come i reati per mafia. A chi si fa garante della giustizia e al poliziotto che ha subito l’ultima aggressione va tutta la nostra solidarietà ed appoggio affinché tutto ciò non accada ancora.
La FP-CGIL Siena