"No" all'indebolimento del soccorso tecnico urgente fornito dai Vigili del fuoco
FIRENZE. Al peggio pare non esserci mai fine e così il Governo dopo la scellerata decisione di voler sopprimere il Corpo Forestale dello Stato, trasferendo competenze, mezzi e personale in ambito militare (la scelta sulla quale pare non vogliono recedere è di portare tutto nell’Arma Carabinieri, in contro tendenza alla scelta di oltre 80 anni prima quando il dittatore Mussolini aveva “smilitarizzato” il CFS), ora lavora alla predisposizione del Decreto che riorganizza il Ministero dell’Interno e pone le basi per indebolire pesantemente il “sistema di Soccorso tecnico urgente” che lo Stato assicura ai cittadini tramite i Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco.
Dentro il Decreto che è stato predisposto non solo si vogliono tagliare circa 23 Prefetture, ma agganciandosi a questa scelta verrebbe meno anche la presenza dei Comandi coincidenti con quegli stessi Uffici. Ne consegue che a Prato e Massa Carrara in Toscana – le due prefetture che il Governo intende sopprimere – anche gli attuali Comandi Vigili del Fuoco dovrebbero cessare la loro presenza così come oggi prevista e trasformarsi in Sedi collegate ad altre dove la cabina di comando (che nel caso di Strutture nelle quali il diretto coordinamento e operatività è essenziale per assicurare la massima efficacia ed efficienza) si sposterebbe in Comandi di altra provincia.
Non si comprende la scelta in Toscana su queste due realtà che basta poco per capire che hanno precisi parametri sul territorio da giustificare invece lo sviluppo in progress delle attuali strutture e non la compressione e l’accorpamento ad altre più distanti.
Prato ad esempio è un’area assolutamente popolosa e con uno dei maggiori distretti di attività produttive della regione (basti pensare al recente piano “Prato Sicura” sul quale Stato e Regione Toscana avevano programmato ed investito molto).
Massa Carrara invece è la realtà che negli ultimi, forse più di tutti in Toscana, è stata colpita da eventi critici pesanti (dal terremoto in Lunigiana alle alluvioni) con un Territorio che richiede la presenza di Strutture di Soccorso complesse vista – per esempio – la prioritaria attività estrattiva del marmo.
La nostra Federazione, tramite la Segreteria Nazionale, ha ufficialmente comunicato ai vertici del Ministero dell’Interno e del Dipartimento Vigili del Fuoco che il Decreto di Riorganizzazione, così come prospettato, non si può accogliere e che su questo la FNS CISL è pronta a mobilitarsi con tutte le proprie forze per difendere un sistema di Soccorso Pubblico che attendeva investimenti e non riduzioni.
Altro che “l’Italia riparte”…. Se il Decreto resterà come nelle intenzioni del Governo a rimetterci, soprattutto, saranno i cittadini.
FNS CISL