di Augusto Mattioli
SIENA. “Il solito copione”. È il secco commento di Fabio Seģgiani, segretario provinciale della Cgil riguardo l’ennesima morte sul lavoro di un giovane di 24 anni, la quarta quest’anno nel senese, accaduta nel pomeriggio di ieri nel comune di Gaiole in Chianti, sulle cui cause sta indagando la magistratura.
Il sindacalista senese non legge quesito episodio come una fatalità ma guarda alle condizioni in cui nelle aziende si lavora che ,visti i numeri nazionali (tre morti al giorno, migliaia di infortuni), non possono essere un caso.
” Non si rispettano – sottolinea Seggiani riferendosi alla situazione generale – le normative degli appalti e subappalti. Inoltre c’è un colpevole assenso delle stesse stazioni appaltanti. Quando i lavori vengono appaltati bisogna avere attenzione a ciò che succede nel cantiere. È lo stesso codice degli appalti riformato dal ministro Salvini non da effetti positivi. Ma bisogna anche mettere in evidenza come ci sia un impoverimento degli organici per controllare le condizioni di lavoro nelle aziende”. Seggiani parla anche di ” ricatto occupazionale” una sottolineatura che fa intendere come pur di lavorare la sicurezza va in secondo piano.