UILTuCS Toscana, Filcams e Fisascat: "7 anni senza contratto solo sacrifici e rischi ma nessun diritto"
TOSCANA. Il prossimo 30 maggio dalle ore 10:00 alle ore 12:00, le farmaciste ed i farmacisti che operano all’interno delle farmacie comunali della Toscana faranno sciopero e si ritroveranno al presidio regionale indetto dalle sigle confederali del settore: UILTuCS Toscana, Filcams e Fisascat. Il presidio regionale si terrà sotto la sede dell’associazione datoriale che riunisce le amministrazioni locali proprietarie o azioniste di società per la vendita del farmaco, la Confservizi Cispel Toscana, la cui sede regionale è situata in Via G. Paesiello 8 a Firenze.
Le farmaciste ed i farmacisti protestano perché da ben sette anni aspettano un rinnovo del contratto nazionale che regolamenti maggiormente l’organizzazione del lavoro e riconosca le altissime professionalità che le farmaciste ed i farmacisti hanno sviluppato ed aumentato durante il difficilissimo periodo pandemico che è ancora in corso.
“Dopo sette anni, ciò che si chiede e si pretende da ASSOFARM – dice Giuseppe Franzone, coordinatore regionale della UILTuCS Toscana per il settore – è un adeguamento del contratto coerente con le nuove, numerose, attività implementate all’interno delle farmacie. Vogliamo essere ascoltati perché le proposte portate avanti dall’associazione datoriale, ad ora, sono inaccettabili e irrealizzabili. Quello che pretendiamo, a partire dallo sciopero di lunedì, è anzitutto di essere ascoltati e di riconoscere i nostri diritti e la nostra professionalità!”.
“Le lavoratrici ed i lavoratori di questo settore – continua Franzone – hanno affrontato e continuano tutt’oggi ad affrontare molti rischi e tante delle problematiche che la pandemia ha creato e sviluppato in ogni cittadino. Sono persone che nel fare il loro dovere sono state vicine, rischiando, ad ogni cittadino, cercando di tranquillizzare ed assistere tutti. Sono tutte persone altamente qualificate che nell’esercizio della loro funzione professionale corrono, quotidianamente, dei rischi e si assumono responsabilità che questo mestiere implica. Scioperiamo, quindi, per un nuovo contratto che ci consenta di conseguire un adeguato e meritocratico riconoscimento economico e degli orari di lavoro dignitosi”.