Intervista esclusiva a Tribunapoliticaweb-RQL network
di Giulio Losi
ROMA. Annamaria Furlan, segretaria generale Cisl, 59 anni, ha iniziato la sua carriera sindacale tra i postelegrafonici di Genova. E’ succeduta a Raffaele Bonanni alla guida della Cisl dall’ottobre 2014. Determinata e decisa, è una grande negoziatrice. La descrivono come persona di grande equilibrio e più orientata a cercare unità e accordo con Cgil e Uil che elementi di divisione. Questa volta però sembra abbia perso la pazienza in particolare con la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso. L’occasione è stata la trattativa con il Governo sulle pensioni. Annamaria Furlan ha concesso questa intervista esclusiva a tribunapoliticaweb.it e Rqlnetwork per spiegare le ragioni del dissenso con la Cgil.
Il Governo ha presentato un documento in 7 punti sulle pensioni che voi avete giudicato in maniera positiva. Perche’ questa rottura con la Cgil?
Furlan – Questo bisognerebbe chiederlo alla Cgil. Noi riteniamo di aver portato a casa risultati importanti ottenuti per i lavoratori in coerenza con la piattaforma unitaria. Abbiamo fatto solo il nostro mestiere di sindacato che e’ quello di trattare per raggiungere il miglior accordo possibile. Questa legge di bilancio è l’ultima prima delle elezioni e il futuro è molto incerto. Rinviare ancora sarebbe solo un grave errore».
La vostra posizione è molto diversa da quella Cgil che si è detta invece pronta alla mobilitazione. Cosa non condivide della posizione di Camusso?
Furlan – Guardi, noi pensiamo di aver ottenuto il massimo già oggi. È il coronamento di un anno di confronto serio con il governo sulle politiche per il lavoro e le pensioni. Nel quale alla fine siamo riusciti a ripristinare il principio – prima negato – che non tutti i lavori sono uguali e che ce ne sono alcuni, gravosi, per i quali deve essere prevista una quiescenza anticipata. Ora il governo è pronto a riconoscerlo per 15 categorie non solo per le pensioni di vecchiaia, ma anche, rispondendo positivamente a una nostra richiesta, anche per le pensioni anticipate. Così come l’esecutivo ha accettato di modificare il metodo di calcolo dell’età pensionabile in base all’aspettativa di vita e si è impegnato a proseguire nella sperimentazione dell’Ape sociale con la creazione di uno specifico fondo di finanziamento. In totale sono stati mobilitati 300 milioni di euro. Non si tratta di risultati da poco. Questo ci divide oggi dalla Cgil.
Come valuta i risultati del Governo Renzi – Gentiloni sul fronte lavoro-occupazione- previdenza? E cosa vorrebbe si discutesse nella prossima campagna elettorale, peraltro già iniziata?
Furlan – Abbiamo fatto accordi importanti con gli ultimi due governi. Sia Renzi in particolare nell’ultima fase e subito dopo Gentiloni hanno capito che le societa’ complesse non possono fare a meno del dialogo con il sindacato. La prima parte dell’accordo sulle pensioni ed il confronto intenso dell’ultimo periodo ha rilanciato dinamiche significative, dall’ape social allo sblocco delle risorse per il contratto per il pubblico impiego, dalla decontribuzione per favorire le nuove assunzioni, soprattutto nel Sud, alla la lotta contro la povertà, dalla proroga della Cigs per le imprese strategiche, alle misure per far parire, speriamo, le politiche attive del lavoro che sono molto importanti. Gli interventi in tema pensionistico in discussione in queste giornate rappresentano altrettante aperture. Come la disponibilità del governo a creare una commissione che entro settembre 2018 definisca la ’gravosità’ dei diversi lavori ha un valore indiscutibile. Mi piacerebbe che nella campagna elettorale si discutesse di queste cose, di come si affrontano con responsabilita’ i problemi concreti delle italiane e degli italiane, del lavoro dei giovani, delle famiglie in difficolta’, degli anziani che hanno bisogno di piu’ assistenza. Di come si governa ricercando il massimo consenso sociale, coinvolgendo le grandi associazioni.
Il mondo sta cambiando, effetto di globalizzazione e tecnologia. Cambia il lavoro, cambiano i rapporti e le relazioni industriali. Le partite iva sono una parte molto consistente del mondo del lavoro. Non solo precarietà ma anche professionisti e giovani che vogliono intraprendere attività e professioni. Il sindacato se ne occupa poco. Perchè?
Furlan – Non e’ vero che non ci occupiamo dei giovani o delle partite iva. Anzi abbiamo costituito l’anno scorso come Cisl una nuova associazione (vIVAce*vedi in fondo) che si occupa proprio di tutelare ed assistere sul piano sindacale i giovani che svolgono un lavoro in maniera autonoma e parasubordinata, ma anche le start up che si propongono di creare posti di lavoro nei settori piu’ innovativi. Il nostro obiettivo e’ favorire gli investimenti non ostacolarli, creare le condizioni per nuove relazioni industriali che mettano al centro la qualita’ di cio’ che si produce e la partecipazione dei lavoratori. Bisogna governare i processi digitali, investendo di piu’ sulla formazione, come ha fatto la legge di bilancio garantendo gli incentivi fiscali alle aziende che punteranno a qualificare i lavoratori.
“Per la persona e per il lavoro” questo lo slogan che avete coniato per rappresentarvi. Cosa intende?
Furlan – Piu’ che uno slogan e’ una Politica che la Cisl porta avanti con scelte concrete. Persona e lavoro sono per noi un binomio indissolubile. Il lavoro non è necessario solo per l’economia, ma per la realizzazione della persona umana, per il riconoscimento della sua reale dignità, per la sua cittadinanza. Per questo e’ necessario che l’intera società, in tutte le sue componenti, collabori perché il lavoro ci sia per tutti e sia un lavoro degno dell’uomo e della donna. Questo richiede un modello economico che non sia organizzato in funzione della logica del profitto ma piuttosto di un rapporto nuovo tra capitale e lavoro, valorizzando la partecipazione dei lavoratori alle scelte produttive in modo da costruire il bene comune e redistribuire equamente la ricchezza. La Cisl si batte per questi obiettivi, traendo incoraggiamento e sostegno vitale dalla parola illuminata di Papa Francesco, battendoci per gli ultimi della societa’, per i più deboli ed i bisognosi”.
vIVAce è l’associazione fondata dalla Cisl che rappresenta freelance, liberi professionisti e lavoratori senza vincolo di subordinazione e che offrono in modo autonomo, le proprie prestazioni intellettuali.http://www.vivaceonline.it/
Intervista esclusiva a Tribunapoliticaweb-RQL network (partner di www.ilcittadinoonline.it)