L'azienda non accetta di prendere impegni formali sulle garanzie
SIENA. Abbiamo provato in tutti i modi a verificare la disponibilità di Fruendo a dimostrare la propria volontà di cementare il legame con i lavoratori per affrontare i mesi difficili che ci aspettano: abbiamo proposto la sottoscrizione di un accordo globale che riguardasse il quadro delle regole per l’adibizione dei lavoratori alle commesse, regolando la scelta degli addetti e le comunicazioni formali per dare chiarezza, che agevolasse la produttività regolamentando orari, assenze, verifiche, che facesse luce sulle possibilità di far sviluppare istituti previsti dal CCNL, quali VAP, premio aziendale, premio incentivante, Fondo Esuberi; che desse ai lavoratori un minimo di certezze impegnando l’azienda per tutto il piano industriale (2017), a mantenere i poli e garantire l’integrità aziendale.
Niente da fare: le risposte sono sempre le stesse: Fruendo è interessata alla produttività (ma guarda!) ma non accetta di prendere impegni formali sulle garanzie. Dimenticando che Fruendo è nata dalla più sciagurata cessione del mondo bancario italiano; l’unica senza reali ed esigibili garanzie occupazionali, al contrario di tutte quelle precedenti e successive (basti vedere il consorzio BNL e recentissimamente la vendita del pacchetto di controllo di UCCMB dove la lettera individuale di riassunzione in UNICREDIT è per 10 anni!). Dimenticando anche che esiste una sentenza del Tribunale di Siena che asserisce la nullità e l’inefficacia della cessione. Il solo accordo che Fruendo vuol firmare è quello per incassare i 200.000 euro del fondo interbancario per la formazione, per un piano di formazione 2016.
Ma guardando con un minimo di logica viene da domandarsi se Fruendo è veramente convinta di esistere ancora nel 2016; basta mettere in fila una serie di fatti, non di chiacchiere:
-
Dopo un anno e mezzo dalla sua nascita presidente ed amministratore delegato hanno abbandonato la nave
-
In un anno e mezzo Fruendo non ha mai avuto la disponibilità per un accordo che comporti impegni concreti sulla integrità aziendale, sul mantenimento dei poli, sull’applicazione del CCNL in merito a VAP, premio aziendale, Fondo Esuberi di settore
-
In un anno e mezzo Fruendo non ha potuto prendere nessuna commessa significativa, eccezion fatta per qualche misero subappalto dei soci e dipende integralmente dalla commessa MPS
-
Oggi, davanti alla prospettiva concreta ed imminente di una rivoluzione negli assetti del Monte dei Paschi ed un possibile smembramento della stessa banca con imprevedibili ma certamente gravi conseguenze per la commessa, Fruendo non accoglie la proposta delle OO. SS. di fare fronte comune per presentarsi agli eventuali acquirenti di MPS come una azienda solida, efficiente, con forti accordi sindacali, con lavoratori fiduciosi nel loro futuro
-
Lo stallo delle trattative tra gli studi legali di Fruendo e MPS con quelli che assistono i lavoratori che hanno avuto la sentenza a Siena dimostra che non si sa dove andare, che non si è certi del futuro; e si fa ricadere questa colpevole inconsistenza datoriale sui lavoratori, ignorando la loro richiesta di compattarsi
-
Mentre tutto è fermo in Fruendo il mercato non sta a guardare; è nato nel 2014 il consorzio BNL-Paribas, sta per nascere quello di Credit Agricole: giganti di altro livello e con altri mezzi.
L’azienda progetta davvero un suo futuro? Non è legittimo il dubbio che se il Monte Paschi dovesse essere diviso tra nord, toscana e centro sud avverrà altrettanto per i lavoratori di Fruendo, con destini diversi e incerti? Non sarà questo il vero motivo per cui l’azienda non vuole e non può impegnarsi?
Ma, in questo quadro fosco ed inquietante, Fruendo propone di firmare una sola cosa: l’accordo per la formazione 2016, per arrivare ai 200.000 euro del fondo interbancario, soldi anche dei lavoratori. Ci fa pensare ad un famoso film: “Prendi i soldi e scappa” …. La Fisac ritiene la formazione elemento importante e fondamentale per la crescita professionale che comporta vantaggi per tutti, lavoratori e azienda, ma Fruendo volendo firmare il solo accordo per un piano di formazione 2016 e non volendo assumersi altri impegni, risulta interessata ad incassare i 200.000 euro del Fondo Interbancario per la Formazione ma non ad un reale investimento che voglia dare continuità a Fruendo, così svilendone l’importanza.
La Fisac ha sempre manifestato la propria contrarietà politica alla cessione, ha sempre ritenuto non conforme alla norme esistenti le modalità della cessione; ciò nonostante ha dimostrato grande senso di responsabilità, affrontando l’esistente senza pregiudizi, ricomponendo un tavolo sindacale diviso da eventi e metodi traumatici, lavorando per costruire comunque un futuro solido e credibile per i lavoratori di Fruendo.
Ora è l’azienda a non dimostrare lungimiranza e responsabilità; a meno che gli argomenti elencati non stiano davvero a dimostrare che non può, perché la partita è agli sgoccioli. Game Over?
FISAC-FRUENDO